In Venezuela la situazione diventa di giorno in giorno sempre più incandescente. Le forze armate “bolivariane” hanno infatti annunciato di avere stroncato un tentativo di rivolta da parte di un gruppo di dissidenti. “Di un primo gruppo di dieci aggressori, due sono stati abbattuti dal fuoco leale alla patria, uno è ferito”, ha dichiarato il presidente Nicolas Maduro in un intervento tv.
Solo uno degli attaccanti è un militare, “un tenente disertore, da qualche mese. È stato catturato e collabora attivamente”, ha aggiunto il presidente spiegando che un altro gruppo di ribelli è invece riuscito a scappare. Chi “paga la fattura” di questo attacco, di questo “atto di disperazione”? Maduro indica senza tentennamenti “Miami e la Colombia“.
Il gruppo “ribelle”, guidato da Juan Caguaripano, identificatosi come comandante dell’operazione “David Carabobo”, aveva annunciato in un videomessaggio: “Non è un colpo di Stato, ma un’azione civica e militare per ristabilire l’ordine costituzionale, per salvare il Paese dalla distruzione totale“.
La base militare è stata presa d’attacco all’alba da una ventina di uomini, subito definiti “terroristi” da. capo del partito di governo e numero due del “chavismo”. Il militare alla guida dell’attacco, nell’aprile del 2014, aveva già fatto un tentativo quasi del tutto simile a quello di Valencia.
“Una settimana fa abbiamo vinto con i voti, oggi è stato necessario vincere il terrorismo con le pallottole“, ha detto il presidente venezuelano. Nel suo breve intervento, Maduro si è inoltre complimentato con le forze armate bolivariane per “l’immediata reazione”.
Maduro quindi chiede “la massima pena per tutti gli autori del complotto di questo atto terroristico, non avranno alcun beneficio, non importa se sono civili o disertori”. “Il processo è già aperto“, ha aggiunto Maduro. Vicino a Valencia, inoltre, è stato ucciso “dalla polizia chavista” Ramon Rivas, un dirigente di 51 anni del partito ‘Avanzada Progresista‘. Lo hanno reso noto fonti dell’opposizione.
Foto da Twitter.