Una 20enne modella britannica è stata sequestrata per una settimana e messa in vendita per 300mila euro sul web come possibile schiava sessuale. La storia è stata raccontata dal “Corriere della Sera”. Il suo carceriere, un polacco, è stato arrestato ma il sospetto è che dietro questo orribile fatto di cronaca si celi il pericoloso gruppo organizzato denominato “Black death” (“Morte nera”).
L’11 luglio scorso la protagonista della vicenda è stata attirata a Milano per un set fotografico. Una volta giunta in un appartamento, sede del falso set, è stata prima drogata e messa in vendita tramite un annuncio nel deep web dal suo carceriere.
La giovane è stata piazzata a 300mila euro pagabili in bitcoin. Per sette giorni la 20enne è stata nelle sue mani. Il suo agente, non avendo più sue notizie, ha fatto scattare la denuncia tramite il consolato. Ma il 17 luglio il polacco libera la ragazza adducendo come motivazione il fatto che la sua rapita aveva un figlio di due anni e le sue “regole” escludevano la vendita di madri.
Prima del rilascio, però, l’uomo le avrebbe detto: “Non parlare con nessuno, fammi avere 50mila euro o ti eliminiamo“. Il polacco porta quindi la 20enne al consolato britannico dove però ci sono gli uomini della Squadra Mobile ad attenderlo. Qui finisce l’incubo della modella e inizia la fase processuale.
Il dna fornisce delle prove schiaccianti: il capello della vittima trovato nel bagagliaio del fermato assieme ovviamente alle sue tracce, i riscontri tossicologici nel sangue della modella con tracce di ketamina (farmaco usato per stordire i cavalli), i telefoni e computer che dimostrano come l’annuncio e le richieste di denaro siano partiti dai dispotivi del polacco e infine le foto della casa-lager che immortalano la 20enne ammanettata e stordita.