Il cadavere di Vincenzo Ruggiero, l’attivista gay scomparso da Aversa (Caserta) e ucciso dal reo confesso Ciro Guarente, è stato ritrovato in uno scantinato di via Scarpetta, nel quartiere Ponticelli. L’identificazione del corpo, fatto a pezzi e gettato nel cemento per nasconderlo, non è ancora ufficiale.
Gli inquirenti sono però certi che si tratti del 25enne scomparso il 7 luglio e ucciso per un raptus di gelosia. Guarente è stato arrestato sabato e ha raccontato di aver agito perché riteneva che il compagno trans, Heven Grimaldi, avesse iniziato una relazione con Ruggiero.
Oltre alla confessione di Guarente ci sono anche le immagini riprese dalle telecamere di fronte alla casa di Ruggiero, luogo del delitto, che riprendono lo stesso Guarente che entra nello stabile prima dell’arrivo di Ruggiero e ne esce qualche ora dopo con un grasso sacco, forse con il corpo dell’uomo ucciso, e lo carica in auto.
“Scrivo qui perché nonostante mi distrugge interagire con il mondo, è l’unico modo per difendermi dalle perfide e immotivate accuse mosse nei miei confronti. Io ero all’oscuro dello struggente episodio della morte di Vincenzo, è inutile esprimere il mio dolore qui sopra perché non ho più alcuna forza”, aveva nel frattempo scritto su Facebook.