I carabinieri di Roma sono riusciti a smantellare una banda di clonatori di carte di credito che agiva con la complicità di due camerieri infedeli. L’ordinanza di custodia cautelare ha colpito sei persone: tre indagati sono finiti carcere, due agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, mentre per tre persone è scattato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
L’attività investigativa, iniziata a marzo del 2015, diretta dal pm Nadia Plastina della procura di Roma, ha consentito di individuare il sodalizio che, composto da romeni e italiani, agiva soprattutto nel centro storico. Dall’analisi del flusso di pagamenti fraudolenti effettuati con alcune carte di credito poi risultate clonate, i carabinieri sono riusciti a risalire ai punti in cui le carte erano state compromesse.
“Sono stati così individuati alcuni ristoranti del centro storico, all’interno dei quali lavoravano camerieri che dalle indagini sono poi risultati organici alla banda criminale”, spiegano i militari. Il successivo monitoraggio degli apparati Pos degli esercizi di ristorazione incriminati, grazie anche ai servizi interbancari CartaSì e American Express, oltre che ai servizi di osservazione e di pedinamento, hanno permesso di risalire ai membri della banda.
Le carte di credito venivano clonate da camerieri infedeli, a ”libro paga” dell’associazione criminale, a capo della quale c’era un romeno già noto alle forze dell’ordine. Alla fine di ogni pasto, il cameriere portava il conto al tavolo, individuato tra quelli occupati da facoltosi turisti stranieri soprattutto sudamericani e asiatici. L’uomo, senza farsi notare, effettuava una seconda ”strisciata” della carta all’interno di un dispositivo elettronico ”skimmer”.
I codici Pan fraudolentemente acquisiti venivano poi riversati su dei supporti magnetici ”vergini” e assegnati ai componenti dell’organizzazione, incaricati di utilizzarli in alcuni esercizi commerciali ”convenzionati”, per l’acquisto di merce di vario genere, prevalentemente telefonia mobile di ultima generazione e gratta e vinci, oppure per pagare cene fittizie in particolare in un ristorante in zona Capannelle, i cui titolari sono tra i destinatari dell’ordinanza che dispone le misure cautelari
Un altro “importante ruolo” è quello ricoperto dai commercianti conniventi, tutti italiani, dislocati in varie zone della città, che secondo i carabinieri mantenevano costanti rapporti con il sodalizio e, “incuranti delle vigenti normative in materia di pagamento con carte di credito, consentivano agli indagati di acquistare merce con le carte clonate, ricevendo in cambio una percentuale in contanti sulla vendita, pari solitamente al 15-20% dell’acquisto effettuato, oltre all’ingiustificato pagamento per merce di fatto non ritirata”.
Il giro d’affari del gruppo criminale, monitorato in soli tre mesi d’indagine e durante il quale è stata accertata la compromissione e successiva clonazione di 44 carte di credito, ammonta ad un totale di circa 70.000 euro, (e tentati acquisti fraudolenti per un totale di 200.000 euro, quest’ultimi non andati a buon fine in quanto le transazioni sono state negate) il cui provento veniva spartito tra i vari sodali in proporzione ai ruoli ricoperti all’interno dell’organizzazione criminale.
Nel corso delle indagini 10 persone sono state arrestate in flagranza di reato per utilizzo fraudolento di carte di credito. Sono state sequestrate sei carte di credito clonate, materiale elettronico con installati programmi idonei a scaricare i codici Pan delle carte di credito illecitamente acquisiti, apparecchiature skimmer, capi d’abbigliamento, profumeria, telefonia di ultima generazione e gratta e vinci per un totale di circa 10.000 euro.