La svolta italiana sul tema dell’accoglienza potrebbe partire da Torino. Sono oltre trenta i profughi che nel capoluogo piemontese sperano di ottenere il permesso di soggiorno in quanto lavoratori: “Passiamo dal buio alla luce”. Si tratta di un esempio mai sperimentato prima di concessione di protezione umanitaria in maniera organica.
Come raccolta La Stampa, l’iniziativa risale a quattro mesi fa, quando circa cento aziende torinesi avevano scritto al prefetto Renato Saccone, al governatore Sergio Chiamparino e al sindaco Chiara Appendino, avanzando la richiesta di poter assumere i migranti, mediante la concessione dei documenti per poter restare legalmente in Italia.
La risposta delle istituzioni è arrivata con un’iniziativa del prefetto che ha chiesto alla commissione territoriale di esaminare le nuove domande di protezione avanzate dai profughi. Dopo una verifica dei requisiti e dei presupposti, i primi trenta migranti, che si erano visti respingere la domanda di asilo, hanno ottenuto i documenti necessari per rimanere nel nostro Paese.
Altri venti di loro sono invece in attesa che si concluda l’iter burocratico. I profughi hanno quindi inviato una lettera di ringraziamento a Saccone: “Questa regolarizzazione ci garantisce un futuro migliore. Rimane a noi il compito di proseguire questo percorso di integrazione nel rispetto dei valori e delle leggi della Repubblica Italiana”.