Aveva dei precedenti di polizia Giuseppe Marcianò, l’uomo originario di Carini ucciso a colpi di arma da fuoco in contrada Bosco vecchio, nella frazione balneare di Tre Fontane, in territorio di Campobello di Mazara (Trapani), vicino al confine con Triscina. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stato freddato da due killer.
Le modalità del delitto e la vicinanza della vittima ad ambienti di Cosa nostra fanno pensare a un omicidio di mafia. Le indagini sono svolte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Trapani e sono coordinate dal procuratore aggiunto della Dda di Palermo Paolo Guido.
Al centro delle indagini c’è la parentela col mazarese Pino Burzotta. La vittima era alla guida di una moto quando è stato sorpreso dai killer che lo hanno centrato con diversi colpi di arma da fuoco. I sicari, dopo la sparatoria, hanno abbandonato la Fiat Punto usata per l’agguato e le hanno appiccato fuoco.
I carabinieri di Trapani stanno eseguendo perquisizioni e sentendo amici e persone che conoscevano Marcianò per delineare la personalità della vittima e ricostruire le sue frequentazioni. Si sa, però, che la vittima era genero di Giuseppe ‘Pino’ Buzzotta, e non del fratello di quest’ultimo Diego.
Proprio Diego, ritenuto capomafia di Mazara, è stato condannato all’ergastolo per il duplice omicidio di Giovanni Ingoglia e Salvatore Guccione, uccisi tra il 1982 e il 1987. Diego Burzotta ha anche una condanna definitiva a nove anni per associazione mafiosa e per l’attentato al vice questore Rino Germanà.