Un ergastolano 57enne, Giuseppe Mastini, noto come Johnny lo Zingaro, ha fatto perdere le proprie tracce venerdì mattina, dopo aver lasciato il carcere di Fossano. L’uomo, in semilibertà, non si è presentato al lavoro a Cairo Montenotte (Savona). Le forze dell’ordine hanno iniziato a cercarlo, benché il reato di evasione scatti formalmente solo in serata. A carico di Mastini, finito anche nell’inchiesta per la morte di Pasolini, ci sono numerosi reati.
Mastini lavorava alla Scuola di polizia penitenziaria di Cairo Montenotte da sette mesi. Giuseppe Mastini stava scontando l’ergastolo inflittogli nel 1989 nel carcere di Fossano, ma gli era stata concessa la semilibertà per poter lavorare. La sua storia con la giustizia inizia diversi decenni fa, quando da ragazzo finisce per la prima volta in carcere per aver ucciso un tranviere. Dal penitenziario evase due volte: prima da quello di Casal del Marmo, poi da quello dell’isola di Pianosa. Nell’ estate del 1983 fu arrestato di nuovo, dopo una sparatoria con la polizia. Quattro anni più tardi ottenne una licenza premio per buona condotta.
Nel febbraio 1987 Mastini fu protagonista di sanguinose scorribande che si conclusero con la cattura anche della sua compagna, Zaira Pochetti, morta qualche anno dopo una lunga malattia. In quella giornata, che impegnò le forze di polizia in una vera e propria caccia all’uomo, Mastini rubò diverse auto, rapinò benzinai, sequestrò una ragazza, Silvia Leonardi, sparò contro una pattuglia di agenti, uccidendo la guardia Michele Giraldi, ferì un brigadiere dei carabinieri, Bruno Nolfi. Si arrese nelle campagne di Mentana, ormai circondato da agenti e carabinieri.