Nadia ha 39 anni ed è sarda, della provincia di Sassari per essere precisi, e pochi giorni fa è stata abbandonata all’altare. Vive con suo figlio, un bimbo di 5 anni, è disoccupata e fino a qualche giorno fa conviveva insieme a un ragazzo di 24 anni, suo compagno da pochi mesi e conosciuto su Facebook. La chat, la frequentazione, l’amore: in poco tempo i due decidono di andare a vivere insieme per poi sposarsi. Decisione che si è rivelata tragica: Giovanni all’altare non si è mai presentato, lasciandola da sola in un momento così importante. Ma Nadia non si è lasciata sopraffare dalla tristezza e dalla delusione, decidendo così di festeggiare ugualmente con parenti e amici.
“Ho avuto coraggio? Sì me lo hanno detto e scritto tanti, ma io ho fatto solo quello che mi sembrava più giusto. Doveva essere una festa… Il giorno più bello. Non ho voluto che fosse il più brutto – confida Nadia al Corriere della Sera – Ero raggiante, l’abito da sposa lungo, color avorio, con lo strascico e lo scollo a cuore. Alle 11 dovevamo essere in chiesa. Ma lui non si vedeva. Ho chiamato don Luca e gli ho detto che avremmo fatto un po’ di ritardo e ho cominciato a cercarlo al telefono. Non rispondeva. Poi a mezzogiorno ha chiamato: “Devo rientrare alla base”. Mio padre mi ha aperto gli occhi: “Sono bugie”. Ma avevo già capito tutto”.
Nadia ha scelto, appoggiata dal padre, di tenere ugualmente il ricevimento, senza abito da sposa s’intende. “L’idea di andare comunque al ristorante dove erano pronti rinfresco e pranzo è stata di mio padre. Ci avevo pensato anch’io, ma è stato lui a dire “Andiamo, tanto è già tutto pagato”. Un modo per sdrammatizzare… e infatti ho subito reagito anche io. Ho pensato: in fondo non è morto nessuno, la vita continua”.