È una rivincita non di poco conto quella incassata dal presidente Usa Donald Trump sul suo contestatissimo “Muslim travel ban“. I giudici della Corte Suprema statunitense hanno infatti stabilito che per ora il bando sugli ingressi da alcuni Paesi musulmani, si può applicare solo alle persone che non hanno legami con una persona negli Usa.
In attesa che il provvedimento venga esaminato ad ottobre, alcune disposizioni contenute nel provvedimento entreranno vigore entro 72 ore. In sostanza, per evitare il bando, le persone dovranno dimostrare una stretta relazione familiare negli Stati Uniti.
Il legame con un’azienda o con un ente dovrà essere documentato formalmente e nel dettaglio. Esentati dal blocco gli studenti ammessi a un’università americana così come un lavoratore che ha già accettato un’offerta di lavoro. I nove giudici della Corte Suprema dovranno dunque decidere se, come stabilito da due diversi tribunali di Appello, il bando è incostituzionale.
“La decisione della Corte Suprema sul bando è una chiara vittoria per la nostra sicurezza nazionale“, dichiara il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in una nota diffusa alla stampa. “La mia prima responsabilità come Commander in Chief è quella di garantire la sicurezza degli americani e la decisione di oggi mi dà uno strumento importante per farlo. Sono inoltre gratificato dal fatto che la decisione sia stata assunta all’unanimità”.
Protesta Amnesty International: “Questo bando intollerante non può entrare in vigore: il Congresso deve agire immediatamente e annullarlo una volta per tutte”, afferma Margaret Huang, direttore esecutivo di Amnesty International Usa. “L’entrata in vigore creerà caos negli aeroporti. Invece che mantenere la sicurezza, questo bando demonizza milioni di innocenti“.