Un somalo è stato fermato dalla polizia di Lampedusa con le accuse di torture e sevizie perpetrate ai danni di migranti in un campo libico. L’uomo, individuato presso l’hotspot dell’isola siciliana, è sospettato di far parte di un’associazione per delinquere di carattere transnazionale dedita a tratta di persone, violenza sessuale, omicidi aggravati e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Il provvedimento è stato emesso dalla Dda della Procura di Palermo. Agli atti dell’inchiesta della Dda della Procura di Palermo le dichiarazioni di alcuni migranti che il fermato colpiva con tubi di gomma e minacciava con armi. “Al mio arrivo – ricorda un testimone – Mohamed il somalo era già nella struttura. Lui picchiava i migranti”.
“Si divertiva ad umiliarci e a farci pesare la sua supremazia – continua il testimone – Mi ricordo che una volta lo stesso libico, a cui la struttura appartiene, lo ha ripreso perché ci picchiava così forte da ridurci in fin di vita“. L’arrestato, a Lampedusa, avrebbe minacciato le sue vittime al fine di convincerle di non denunciarlo alla polizia Italiana.
Il fermato è stato portato nel carcere di Agrigento. Le indagini erano state avviate dal 27 maggio scorso, giorno dello sbarco del somalo a Lampedusa. Sono state condotte dalla seconda divisione del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, dalla Squadra Mobile di Palermo, diretta da Rodolfo Ruperti e dalla Squadra Mobile di Agrigento, diretta dal Giovanni Minardi.