Nuova clamorosa rivelazione del “Washington Post” sul caso “Russiagate”. Secondo quanto sostenuto dal quotidiano statunitense, la Cia accertò il coinvolgimento di Vladimir Putin nella campagna di hackeraggio per screditare le elezioni Usa e sconfiggere o danneggiare la candidata dem Hillary Clinton e aiutare il suo rivale Donald Trump.
Già tre mesi prima del voto, rivela il “Washington Post”, l’attacco informatico da parte dei servizi di spionaggio della Russia era evidente e all’attenzione delle massime autorità degli Stati Uniti. Soprattutto dopo che il 22 luglio dello scorso anno quasi 20mila email sottratte al comitato elettorale democratico erano state pubblicate online da WikiLeaks.
Servirono però molte settimane alle altre agenzie di intelligence Usa prima di poter confermare il quadro tracciato dalla Cia. Solo nelle settimane finali dell’amministrazione Obama, in un rapporto declassificato, è stato rivelato ciò che gli 007 sapevano da agosto: Putin avrebbe lavorato per far eleggere Donald Trump.
A quel punto l’ex presidente Barack Obama ordinò la preparazione di una “cyberoffensiva” contro la Russia come rappresaglia per le interferenze di Mosca sulle elezioni presidenziali americane. La decisione finale se sferrare l’attacco o meno venne comunque lasciata al neo-presidente Donald Trump.