“Il prete ‘trasparente e duro come un diamante‘ continua a trasmettere la luce di Dio sul cammino della Chiesa, prendete la fiaccola e portatela avanti”. Così il Papa ha terminato il suo ricordo di don Lorenzo Milani, a Barbiana, in quella che verrà sicuramente ricordata come un’altra storica apertura della Chiesa rispetto alle ombre del passato.
Il Papa si è recata anche a Bozzolo, il paese di don Mazzolari. Dopo aver pregato sulla tomba di don Lorenzo Milani, il Santo Padre ha tenuto un discorso sulla figura del sacerdote fiorentino alla presenza del cardinale Giuseppe Betori e del sindaco di Vicchio, Roberto Izzo.
“Non posso tacere – ha detto il Papa a Barbiana – che il gesto che ho oggi compiuto vuole essere una risposta a quella richiesta più volte fatta da don Lorenzo al suo vescovo che fosse riconosciuto e compreso nella sua fedeltà al Vangelo e nella rettitudine della sua azione pastorale”.
Lo hanno già fatto il card. Piovanelli e gli arcivescovi di Firenze, “oggi lo fa il vescovo di Roma, ciò non cancella amarezze, ma dice che la Chiesa riconosce in quella via un modo esemplare di servire il Vangelo. Pregate per me, non dimenticate, che anche io prenda l’esempio di questo bravo prete, e anche voi sacerdoti, anche anziani, perché non c’è pensione per i sacerdoti, tutti avanti, e con coraggio”.
Sulla tomba di don Primo Mazzolari, invece, ad accoglierlo era stato il vescovo di Cremona Antonio Napolioni e il nuovo sindaco Giuseppe Torchio. Al suo arrivo, le campane della chiesa del paese hanno cominciato a suonare a festa: “Oggi sono pellegrino qui a Bozzolo, e poi a Barbiana, sulle orme di due parroci che hanno lasciato una traccia luminosa, per quanto ‘scomoda” nel loro servizio al Signore e al popolo di Dio”.
“Ho detto più volte – ha aggiunto – che i parroci sono la forza della Chiesa in Italia, e lo ripeto. Quando sono i volti di un clero non clericale, come quest’uomo, essi danno vita ad un vero e proprio ‘magistero dei parroci’ che fa tanto bene a tutti’. Il fiume, la cascina, la pianura sono i tre scenari che ogni giorno riempivano occhi e cuore di don Primo Mazzolari.
Papa Francesco ha messo in guardia dai metodi “sbagliati”, “tre strade che non conducono nella direzione evangelica”: del “lasciar fare”, dell'”attivismo separatista” e del “soprannaturalismo disumanizzante”. “Don Mazzolari – ha aggiunto papa Bergoglio – non è stato uno che ha rimpianto la Chiesa del passato, ma ha cercato di cambiare la Chiesa e il mondo attraverso l’amore appassionato e la dedizione incondizionata”.
Il 18 settembre partità il processo di beatificazione di don Primo Mazzolari, ha annunciato il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni: “Quel giorno, a 25 anni esatti dalla visita di Giovanni Paolo II a Cremona (non abbiamo fatto apposta, lo ha scelto Lei) – ha detto al Papa – è un nuovo inizio per noi, non tanto per la sua risonanza pubblica, ma perché ci coinvolge direttamente nell’intimità impegnativa di quel dialogo ecclesiale in cui ora la voce del Pastore scalderà i cuori di preti e credenti, di vicini e lontani”.
“Se doveste riconoscere di non aver raccolto la lezione di don Mazzolari – ha detto il Papa a Bozzolo – vi invito oggi a farne tesoro. Il Signore, che ha sempre suscitato nella santa madre Chiesa pastori e profeti secondo il suo cuore, ci aiuti oggi a non ignorarli ancora. Perché essi hanno visto lontano, e seguirli ci avrebbe risparmiato sofferenze e umiliazioni”.