Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, alza la voce e denuncia la situazione in cui ancora oggi versa uno dei comuni più colpiti dal sisma nel centro Italia dello scorso agosto, tornato al centro delle cronache per l’obbligo di pagamento della tassa di successione sulle case ormai distrutte: “È impensabile che si debba pagare una tassa su un bene frutto dei sacrifici di intere famiglie e che oggi non esiste più. Quelle proprietà sono macerie, e oltre ai lutti, queste persone si troveranno di fronte anche questo scoglio”.
Netta la presa di posizione del primo cittadino: “È qualcosa di profondamente ingiusto e per questo la scorsa settimana abbiamo emanato una delibera di giunta per chiedere che la tassa di successione sia abolita. Ho chiesto un appuntamento con il premier. Sono certo che il governo accoglierà le istanze che abbiamo posto alla sua attenzione, altrimenti mi occuperò personalmente delle famiglie che si ritroveranno costrette a pagare la tassa di successione. Bisogna assistere adeguatamente la popolazione sotto tutti i punti di vista”.
“Andrò a Roma – aggiunge – portando con me le chiavi di questa città e consegnandogliele. La mia gente ha sofferto tanto e ha dato prova di grande coraggio e di immensa dignità. Merita il rispetto e l’affetto di tutti, in primis delle istituzioni. Il sindaco di Amatrice sta con la gente di Amatrice, questo sia chiaro. Sono indispensabili deroghe al Codice degli Appalti: la condizione attuale è ridicola, dobbiamo essere messi in condizioni di agire, di compiere opere provvisionali, puntellamenti, messe in sicurezza di edifici pericolanti”.
Le richieste del sindaco di Amatrice sono chiare: “Abbiamo steso una lista dettagliata: tredici punti sui quali occorre un sollecito intervento governativo. Il nodo della tassa di successione è delicato e cruciale, ma i temi sono tanti, vi sono lacci e lacciuoli procedimentali da sciogliere affinché parta la fase della ricostruzione. I ritardi sono evidenti, a dieci mesi dal primo sisma siamo ancora invasi dalla devastazione, sia in città che nelle frazioni. Hanno ridotto a due pompieri la presenza sul territorio ma la situazione è ancora emergenziale, nessuno dimentichi che qui non c’é più un paese”.