Raid Usa uccide un esponente dell’Isis | I terroristi rivendicano attacco a Gerusalemme

di Redazione

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Raid Usa uccide un esponente dell’Isis | I terroristi rivendicano attacco a Gerusalemme

| sabato 17 Giugno 2017 - 08:17

Il massimo responsabile per il settore dei media dell’Isis in Afghanistan, Jawad Khan, è stato ucciso in un raid dell’aviazione USA nella provincia orientale di Nangarhar. La notizia arriva dal quartier generale dell’esercito americano a Kabul (USFOR-A). Il suo decesso, hanno assicurato, “avrà negativi effetti sulla rete Isis-Khorasan, renderà più difficile il reclutamento di nuovi militanti”.

Sul duplice attacco “coordinato” a Gerusalemme, dove una poliziotta israeliana di 22 anni, Hadas Malka, è rimasta uccisa e alcune persone sono state ferite, il Site, il sito che monitorizza le attività jihadiste sul web parla di attacco da parte dell’Isis.

Ma Hamas smentisce la rivendicazione dell’Isis rilanciata dal Site rivendicando essa stessa l’attentato terroristico. “Le affermazioni dell’Isis – ha detto Izzat El-Reshiq, citato dai media – sono un tentativo di confondere le acque. L’attacco è stato condotto da due palestinesi del Fronte Popolare per la liberazione della Palestina e un membro della nostra organizzazione”. Anche il Fronte ha confermato.

L’attacco si è verificato la sera del terzo venerdì di Ramadan e all’inizio dello shabbat, il riposo ebraico. Secondo una prima ricostruzione fornita dalla polizia israeliana, nel primo assalto, quello alla Porta di Damasco, un palestinese ha accoltellato la poliziotta e poi è stato ucciso da altri agenti israeliani.

Nel secondo attacco, quello di Via Suleiman, due aggressori hanno usato oltre ai coltelli un fucile rudimentale che però si sarebbe inceppato impedendo un bilancio più grave. I due terroristi sono stati uccisi, mentre un altro poliziotto è stato ferito lievemente.

A seguito degli attentati, il governo guidato da Netanyahu ha approvato l’abolizione dei permessi di ingresso per il Ramadan per i cittadini palestinesi, compresi anche i permessi di lavoro per i parenti dei tre aggressori (rispettivamente di 18, 19 e 30 anni, tutti provenienti dalla Cisgiordania).

 

 

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