I carabinieri hanno eseguito 6 arresti al termine di un’indagine della Procura di Napoli, volta a smascherare un caso di truffa al Servizio Sanitario Nazionale, tra le provincie di Napoli e Caserta. L’ordinanza è rivolta anche ad una settima persona che è tuttora ricercata.
L’accusa a vario titolo è di associazione per delinquere finalizzata alla truffa al SSN, di riciclaggio e di falsità materiale commessa da pubblico ufficiale; gli accusati avrebbero ottenuto rimborsi per esami diagnostici mai effettuati. La somma complessamente contestata è di 150 mila euro.
I sei soggetti sono ora sottoposti agli arresti domiciliari, in base all’ordinanza emessa dal gip di Napoli: tra loro 4 rappresentati di vari centri diagnostica convenzionati, un medico di base e un assistente amministrativo ASL: si tratta Antonio Dramis, Pasquale Corvino, Pietro Schiavone, Cirano Vittoria (rappresentati dei centri diagnostici), Carlo Mautone (medico di base) e Massimo Fermo (assistente ammisnitrativo Asl 2).
Secondo quanto raccolto in sede di indagine (iniziate nel settembre 2015) dai carabinieri di Posillipo e Bagnoli, i soggetti accusati avevano ottenuto rimborsi per prestazioni sanitarie, quali TAC e risonanze magnetiche, imputate a pazienti del tutto ignari e mai effettuate.
A far partire le indagini è stato un medico base, che denunciò una firma falsa apposta ad una ricetta medica e presentata presso uno dei centri diagnostici: le ricerche avrebbero dimostrato l’esistenza di oltre 4000 ricette, denunciate come rubate, ma in realtà (secondo l’accusa) attribuite a pazienti ignari e inserite in “una fiorente attività illecita”.