Emilio Fede è stato condannato in primo grado dal tribunale di Milano a 3 anni e mezzo di carcere, per concorso in bancarotta della società LM management. I giudici hanno dunque ampiamente accolto la richiesta del pm di Milano Eugenio Fusco, che aveva proposto una condanna a 3 anni di reclusione. Lele Mora (coinvolto nel procedimento) aveva già patteggiato un anno e 6 mesi di reclusione. L’avvocato difensore di Fede aveva chiesto invece l’assoluzione con formula piena.
Queste le parole del pm: “Quel finanziamento sarebbe servito per sanare la disastrosa situazione in cui versava l’impresa di Mora. Quei denari non dovevano essere dirottati in parte a Fede per i suoi buoni uffici presso Berlusconi. Non ne aveva diritto”.
La condanna giunge in merito al caso del fallimento della società dell’ex talent scout (la Lm Management) e del presunto dirottamento di somme di denaro a suo favore per complessivi 1,1 milioni di euro, circa il 40% di quanto versato da Silvio Berlusconi per salvare l’azienda. Tra le pene accessorie a carico dell’ex direttore del Tg4 vi è anche il risarcimento immediato e per intero della somma distratta al curatore fallimentare, l’impresa individuale Dario Mora.
Fede (intervistato da Radio Montecarlo) annuncia ricorso in appello: “Il Tribunale generosamente mi ha dato 3 anni e 6 mesi: di fronte a una situazione come questa non voglio esprimere rabbia perché non è giusto, continuerò a difendermi, verrà l’Appello e poi la Cassazione, spero solo di arrivare a vedere la sentenza definitiva. Io lavoravo per Berlusconi e potevo chiedergli qualsiasi cosa, figuriamoci se mi mettevo a fare la cresta sui soldi che lui aveva dato a Lele Mora in un momento di difficoltà. Non importa, credo ancora nella Giustizia”.