Situazione critica sul fronte dell’ordine pubblico in Russia, dove la polizia ha arrestato centinaia di persone nell’ambito delle manifestazioni anticorruzione e anti-Putin promosse dall’oppositore Aleksei Navalny, anch’esso arrestato nella giornata del 12 giugno e condannato a 3 giorni di carcere. Il totale delle persone fermate ammonterebbe ad oltre un migliaio.
Secondo la ong OVD-Info (citata da Dozhd), a Mosca gli arresti ammonterebbero a 750, mentre 900 sono le persone fermate a San Pietroburgo, ma arresti si segnalano in molte altre città della Russia. Tra i soggetti fermati spiccano Ilya Yashin, famoso oppositore russo e Roman Rubanov, il direttore del fondo anticorruzione organizzatore assieme a Navalny della manifestazione.
Il promotore delle manifestazioni (non autorizzate dalle autorità), Navalny, è stato arrestato sotto casa prima ancora di raggiungere il luogo della manifestazioni, così come annunciato dalla moglie: “Alexei è stato fermato nell’androne del palazzo. Ha chiesto di comunicarvi che i nostri progetti non sono cambiati: Tverskaya” (la via di Mosca in cui svolgerà la protesta, ndr.).” Navalny è ora accusato di “ripetuta violazione delle norme sull’organizzazione delle manifestazioni” e di “resistenza a un ordine di un funzionario di polizia”.
Le persone gridano contro il presidente russo Vladmir Putin al grido di “vergogna” e intonano l’inno nazionale in segno di protesta, urlando “La Russia sarà libera!”. Secondo alcuni testimoni inoltre la polizia sarebbe intervenuta in assetto antisommossa, con lancio di lacrimogeni in piazza Pushkin nel centro di Mosca e arresti eseguiti in maniera sistematica, con i protestanti che denunciano provocazioni da parte degli agenti.
Ma la Casa Bianca, tramite il portavoce Sean Spicer, condanna la gestione delle proteste: “I russi meritano un governo che sostenga l’uguaglianza di trattamento davanti alla legge e la possibilità di esercitare i loro diritti senza timori di rappresaglie. Gli Usa sorveglieranno la situazione e chiederanno al governo russo di liberare immediatamente tutti i manifestanti pacifici”.
Questa la versione del capo del dipartimento sicurezza di Mosca, Vladimir Chernikov: “Avevamo ragione, è stata una provocazione al cento per cento di persone inadeguate, che non sanno rispondere delle proprie azioni e parole. La cosa più importante è che la situazione è sotto controllo, i provocatori non hanno potuto rovinare la festa alla gente: continua il lavoro professionale e preciso nei confronti dei provocatori, non abbiamo l’obiettivo di procedere ad arresti di massa”. (Il riferimento è a un festival di ricostruzione storica organizzato per il Giorno della Russia, festa nazionale, ndr.).