Le loro vittime erano anziani sprovveduti ai quali, tra giugno e ottobre 2016, la banda di truffatori “operativa” nel Casertano, aveva sottratto oltre 40mila euro in contanti. I carabinieri di Caserta, dalle prime ore del mattino, hanno dato esecuzione a 15 misure cautelari. I destinatari dei provvedimenti emessi dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere sono tutti napoletani, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al reato di truffa in danno di anziani.
L’indagine, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere ha consentito di scoprire 37 truffe perpetrate in danno di anziani, è stata avviata agli inizi del 2016 e condotta anche attraverso attività tecniche. “Il compendio indiziario raccolto attraverso le dichiarazioni di alcune (poche) persone offese, intercettazioni telefoniche, servizi di appostamento (che, in molti casi, ha consentito anche di operare l’arresto in flagranza dei truffatori, evitando che la truffa fosse portata a compimento), ha permesso di calcolare in circa 40 mila euro l’ammontare complessivo del profitto illecito conseguito, rappresentato da somme di denaro, svariati gioielli e monili in oro”.
È stata ricostruita la stabile ed articolata struttura organizzativa dell’associazione criminale, caratterizzata da due livelli: – il primo livello composto dagli associati preposti all’individuazione delle vittime, alla raccolta di informazioni sulle loro quotidiane abitudini di vita, alla pianificazione della truffa ed al coordinamento di tutte le attività propedeutiche e strumentali alla fase esecutiva del reato; – un secondo, ma non meno importante livello, composto dai soggetti preposti alla esecuzione della truffa.
Chi era deputato alla mansione di coordinamento delle attività aveva il compito di mantenere i contatti telefonici con la vittima, finalizzati sia ad assicurarsi che quest’ultima non si rivolgesse a parenti o conoscenti che a fornire indicazioni su come raggiungere l’abitazione e sul nome del nipote della vittima che nel frattempo era riuscito a carpire nel corso del colloquio telefonico.
Da segnalare è la poca propensione delle vittime a denunciare. Infatti, l’essere considerati non più autosufficienti e bisognevoli di assistenza ha scoraggiato molti anziani dal sporgere denuncia, agevolando così gli indagati, liberi di agire indisturbati. Già nel corso dell’attività sono stati tratti in arresto, nella flagranza di reato, cinque soggetti e denunciate in stato di libertà tre persone.
In carcere sono finiti: Vincenzo Varriale, 33 truffe (capò) promotore; Gennaro Varriale , 6 truffe (capo); Vincenzo Giannetti, 13 truffe (capo); Ciro Ruggiero, 26 truffe; Nunzia Esposito, 3 truffe; Giovanni Magarlo; Giuseppe Turco, 5 truffe; Alessandro Frascogna, 4 truffe; Antonio Perrotta, 10 truffe; Giovanni Mauro; Salvatore Panaro, 2 truffe.
Agli agli arresti domiciliari sono finiti: Antonio Esposito, 12 truffe; Giuseppe Cardillo, 3 truffe; Pasquale Abbatiello, 3 truffe e Giuseppe Rocco.