Due dati “politici” saltano agli occhi con forza dopo questa tornata di elezioni amministrative. Il Movimento 5 Stelle incassa la prima vera sconfitta della sua giovane storia; l’affluenza dei cittadini è stata molto bassa, appena più del 60%, a conferma della sempre crescente disaffezione dei cittadini. E poi il bilancio dei sindaci eletti dopo questo primo turno (in attesa dei ballottaggi): 22 vittorie per il centrosinistra, 8 per il centrodestra, 0 per il Movimento 5 Stelle.
In aggiunta c’è il fenomeno Palermo, con la quinta rielezione dell’uscente Leoluca Orlando: è l’unico sindaco di grandi città rieletto al primo turno (in Sicilia bastava il 40% più uno) e probabilmente diventerà un “caso” politico perché è lo stesso Orlando a sottolineare che “il mondo è cambiato” e che “i partiti rischiano di non rappresentare più nessuno”. È un messaggio alla Nazione? Di certo la Sicilia negli ultimi 30 anni ha avuto spesso il ruolo di “laboratorio politico nazionale” e questa vittoria di Orlando, senza simboli di partito sulla scheda elettorale, dovrà essere “studiata”.
Perchè i Cinque Stelle hanno fatto flop? La risposta non è semplice, potrebbe entrarci la gestione romana della Raggi o la recentissima vicenda della legge elettorale che evidentemente Grillo non ha saputo gestire. Di sicuro è un campanello d’allarme per il giovane movimento. È fuori dai ballottaggi nelle principali città e soprattutto nella “sua” Genova ma anche a Palermo il dato è inferiore anche alle più funeste previsioni.
Ora a Grillo potrebbe toccare il ruolo di “arbitro” di molti ballottaggi ma conoscendo il leader grillino i suoi pensieri principali saranno altri. Anche perché bussano alle porte elezioni regionali. In Sicilia, ad esempio, c’era la convinzione – fino a ieri – che alla Regione la vittoria grillina era praticamente scontata. Lo sarà ancora? “Il primo obiettivo è dare il massimo supporto ai nostri candidati al ballottaggio – ha commentato Grillo – A luglio avremo il candidato presidente della regione siciliana, a settembre avremo il candidato premier. Dopo le regionali siciliane del 5 novembre ci saranno le politiche e l’obiettivo è andare al governo. Successi e fallimenti fanno parte della nostra storia, l’importante è non mollare mai. Tutti gongolano pensando che il M5S sia morto: illudetevi che sia così ma noi continuiamo per la nostra strada”.
Il centrodestra esce un po’ risollevato da questa tornata, ha “tenuto” in quasi tutte le principali città e sembra dire ai suoi dirigenti che il centrodestra – quando riesce a essere unito – può reggere botta. Ottimo, ad esempio, il risultato di Genova, con il presidente della regione Toti che commenta: “Penso ad un centrodestra che possa fare un percorso che porti presto a una federazione stretta, a una lista unica; bisogna innescare un processo virtuoso contrario alle diaspore e scissioni”.
E anche Berlusconi commenta positivamente l’esito di questo primo turno: “Il risultato del voto è rilevante: il centrodestra si dimostra fortemente competitivo ovunque, anche nelle regioni storicamente più legate alla sinistra. Il centrodestra può vincere quando è unito e sceglie candidati credibili. Il nostro modello di centrodestra, fondato sui valori cristiani e sui programmi liberali, ha ottenuto la fiducia di molti italiani”.
E il leader del centrosinistra Matteo Renzi, che ha evitato ingerenze in questa campagna elettorale, si ritiene comunque soddisfatto per i risultati, la sconfitta dei Cinque Stelle per lui è una buona notizia. Tanto buona da pensare, chissà quanto segretamente, di rilanciare l’idea di un voto anticipato al prossimo autunno.
Renzi ha parlato a sorpresa da Amatrice: “Buoni i dati delle amministrative, adesso avanti per i ballottaggi. Il giorno dopo le elezioni solitamente si fanno tante analisi, chiacchiere e discussioni. Noi abbiamo fatto una scelta diversa: con il presidente del Lazio Nicola Zingaretti abbiamo preso una macchina e siamo saliti ad Accumoli e Amatrice per fare il punto sui cantieri. Senza dirlo ai giornali”.
Ma quel dato dell’astensione, quasi un elettore su due non ha votato, deve fare riflettere tutti i gestori della cosa pubblica. Il dato è inequivocabile già da un po’ di tempo: la gente è stanca, molto spesso non capisce il linguaggio di certa politica e si disaffeziona al voto, evidentemente considerato sempre più inutile. Saprà capirlo la politica o continuerà a parlare di nulla mentre l’Italia arranca?
00.50: A Genova si andrà al ballottaggio tra Crivello e Bucci. Ma i dati delle proiezioni (ancora parziali) sono molto… ballerini.
00.32: Ha votato il 60,07%. Il dato è definitivo ma bisogna ricordare che non tiene conto dei comuni del Friuli e della Sicilia. C’è comunque un netto calo rispetto alle precedenti amministrative.
00.13: Proiezione per Genova: distanze ravvicinate tra Bucci (cdx) e Crivello (csx): 34 a 32%.
00.09: A Parma l’ex grillino Pizzarotti è certo del ballottaggio (37%), dovrebbe vedersela con Scarpa (centrosinistra) che secondo la proiezione è al 29%. Solo 18% per il candidato grillino Ghirarduzzi.
00.08: Prima proiezione Rai per Verona. Testa a testa tra Salemi (centrosinistra) e Sboarina (centrodestra) entrambi con una forbice tra il 22 e il 26%.
00.04: La prima proiezione Rai dà Leoluca Orlando, sindaco uscente di Palermo, al 45%, a un passo dunque dalla vittoria (a Palermo è sufficiente un voto in più del 40%). E Orlando, che ha voluto liste d’appoggio senza i simboli dei partiti, lancia un messaggio importante. “La positività di questa esperienza e l’esigenza di non fermare il cambiamento sono stati confermati dalla mia proposta di civismo politico lontano da velleitarismi e da soffocanti logiche di apparato”.
23.53: Secondo Exit poll Rai anche per Genova. I dati sono molto diversi dalla prima ipotesi delle 23.01. Sarebbe in largo vantaggio il centrodestra Marco Bucci (tra 36 e 40%) mentre Crivello è tra il 24 e il 28%. Pirondini (M5S) resta tra il 18 e il 22%. Un dato ben diverso dal secondo exit poll diffuso da Emg per La7 secondo cui Crivello avrebbe tra il 33 e il 37% dei voti e Bucci tra il 32-36%.
23.51: Secondo exit Piepoli anche per l’Aquila. Di Benedetto tra il 44 e il 48%, Biondi tra il 41 e il 45%.
23.42: Secondo exit poll IPR Marketing – Istituto Piepoli per la Rai. A Palermo cresce ancora l’uscente Leoluca Orlando: tra 41 e 45%. Fabrizio Ferrandelli oscilla tra il 30 e il 34%, il grillino Ugo Forello scende ancora: tra il 14 e il 18%.
23.10 – Ormai è scontato: M5S fuori dal ballottaggio anche a Genova,città natale di Beppe Grillo e dove la campagna elettorale è stata condizionata dalla polemica sulla candidatura della Cassimatis.
23.03: Gli exit poll delle varie città sembrano dare un responso negativo per il Movimento 5 Stelle: difficile che riesca ad andare al ballottaggio nelle grandi città.
23.01: Exit poll IPR Marketing – Istituto Piepoli per la Rai. A Palermo in testa Orlando (forbice 39-43) davanti a Ferrandelli (26-30). A Genova testa a testa tra Bucci e Crivello (per entrambi forbice tra il 33 e il 37), Pirondini del M5S è molto più staccato: tra il 18 e il 22%. A Catanzaro avanti il centrodestra con Abramo (31-35) davanti a Fiorita (30-34), più indietro il candidato del centrosinistra Ciconte. A L’Aquila largo vantaggio per Di Benedetto (46-50) davanti a Biondi (30-34)
23.00 – Chiusi i seggi
19.57 – L’affluenza definitiva rilevata alle 19 nei quattro capoluoghi di regione: Palermo 37,55%, Genova 35%, L’Aquila 47,10% e Catanzaro 54,41%.
19.00 – Alle 19 ha votato oltre il 43,5% degli aventi diritto (il dato non tiene conto dei comuni del Friuli Venezia Giulia e della Sicilia). Alle precedenti elezioni la percentuale dei voti rilevata nella stessa ora era stata del 37,7%, ma i seggi erano rimasti aperti per due giorni.
14.15 – Tre persone in manette nel Napoletano con l’accusa di voto di scambio. Nella loro abitazione i carabinieri hanno trovato le tessere elettorali di 321 cittadini che si erano impegnati a votare un candidato in cambio di alcune decine di euro.
13.33 – Affluenza rilevata alle 12 relativa ai quattro capoluoghi di regione: Palermo 14,91 %, Genova 16,10%, Catanzaro 22,13% e L’Aquila 19,35%.
13.00 – L’affluenza alle 12 relativa ai 849 comuni al voto (non conteggiati i restanti comuni di Sicilia e Friuli Venezia Giulia) è del 19,36%. Il dato più basso è stato registrato a Genova (circa 8%).
Quattro sono i capoluogo di regione in cui si è votato: Catanzaro, Genova, L’Aquila e Palermo.