È stato arrestato in Brasile il boss della della ‘ndrangheta calabrese Vincenzo Macrì, latitante da diversi anni. L’arresto è avvenuto all’aeroporto di San Paolo nel corso di un’operazione congiunta fra polizia italiana, Interpol e agenti brasiliani, che lo hanno intercettato prima di imbarcarsi per Caracas.
Vincenzo Macrì (nato nel 1965 – esponente di spicco del clan Commisso, fortemente coinvolto nel traffico della cocaina a livello internazionale), è figlio di Antonio Macrì, soprannominato il “boss dei due mondi” per la sua attività in Canada e Stati Uniti e assassinato a Siderno (Reggio Calabria) il 20 gennaio 1975, nel corso della prima guerra di ‘ndrangheta.
Macrì (dopo 12 anni di carcere negli stati uniti per traffico di stupefacenti) si era stabilito da anni fuori dall’Italia, ad Aalsmeer (Olanda), dove gestiva gli interessi illeciti della sua cosca sfruttando una falsa identità per spostarsi in Venezuela, altra sede operativa dei suoi interessi. Da tempo era stato proposto il suo inserimento nell’elenco dei latitanti pericolosi stilato dal ministero dell’Interno.
Queste le parole del ministro dell’Interno Marco Minniti, che si è congratulato con il capo della polizia Gabrielli: “L’arresto di Macrì è un’altra importantissima operazione contro la ‘ndrangheta che si aggiunge agli arresti di altri pericolosi latitanti operati di recente dal lavoro straordinario delle forze di polizia”.
A coordinare l’operazione sono state la Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e condotte dal Servizio Centrale Operativo della polizia e dalla squadra mobile di Reggio Calabria.