Due morti e tre feriti: questo il bilancio dell’attentato avvenuto a Melbourne, in Australia, rivendicato dall’Isis. Nell’attacco, condannato come “scioccante e vile” dal premier australiano Malcolm Turnbull, è stato ucciso il killer, durante la sparatoria con la polizia, un civile e tre agenti sono rimasti feriti. Il killer aveva chiamato una tv locale mentre teneva in ostaggio una donna in un appartamento di Brighton, per dichiarare la propria appartenenza ad Al Qaeda e Isis.
L’attentatore, il 29enne Yacqub Khayre, di origine somala, è stato ucciso dagli agenti dopo aver preso in ostaggio una escort in un centro alberghiero alla periferia di Melbourne e aver ucciso l’uomo alla reception, un australiano di origine cinese. Secondo la polizia, Khayre avrebbe fatto dichiarazioni “su Al Qaeda” e ha chiamato una stazione radio locale per dichiarare: “Questo è per l’Isis, questo è per Al Qaeda”. L’ostaggio è rimasto indenne, mentre tre agenti sono rimasti feriti durante l’operazione.
“Stiamo trattando il caso come un evento terroristico”, ha detto il capo della polizia dello Stato di Victoria, Graham Ashton, senza però saper dire se si sia trattato di un attacco pianificato o spontaneo. Da parte sua, l’agenzia di propaganda dell’Isis, Amaq, ha già pubblicato una rivendicazione: “L’esecutore dell’attacco a Melbourne, in Australia, è un soldato dello Stato islamico che ha eseguito l’operazione in risposta alle richieste di colpire i cittadini dei Paesi membri della coalizione” internazionale attiva in Siria.
Gli investigatori per ora sono cauti riguardo a questa rivendicazione. Khayre era stato già processato (e assolto) nel 2010 con l’accusa di aver pianificato con un complice un attacco suicida a una base militare di Sydney.