Giornata di critiche da parte del panorama politico internazionale, dopo la decisione degli Stati Uniti e del suo presidente Donald Trump di ritirare gli USA dagli accordi sul clima di Parigi (considerati iniqui per la propria economia).
Durissima la reazione del presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker, aprendo il summit Ue-Cina a Bruxelles: “Non si torna indietro. Non ci sarà nessuna marcia indietro sulla transizione energetica“. Il premier cinese Li Keqjang lo sostiene: “La Cina rispetta sempre le regole, comprese quelle del Wto. Solo con le regole c’è la base per negoziati. Possiamo parlare invece di combatterci: le nazioni dovrebbero custodire questo risultato conquistato a fatica”.
A commentare con rammarico è anche il presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni (impegnato nelle celebrazioni del 2 giugno): “C’è un accordo, quello di Parigi sul clima, che va mantenuto e noi lo manterremo. Si tratta di un impegno per il futuro del pianeta ma anche una straordinaria occasione di sviluppo. E spero che gli Stati Uniti possano rivedere la posizione che hanno preso ieri”. Delusione anche da parte del primo ministro britannico Theresa May che ricorda come il trattato protegga “prosperità e sicurezza delle generazioni future”.
Di grande impatto anche la dichiarazione del presidente francese, Emmanuel Macron, che cita lo slogan elettorale di Donald Trump: “Rispetto la sua decisione ma penso davvero che sia un errore sia per gli Stati Uniti che per il nostro pianeta. Ovunque viviamo, chiunque siamo, condividiamo la stessa responsabilità: renderemo il nostro pianeta grande di nuovo (make our planet great again, ndr.)”.
A sparigliare le carte è però la posizione della Russia, affidata al consigliere del Cremlino, Andrei Belusov: “Per quanto posso giudicare si tratta di un’uscita in un certo senso relativa perché è stato detto che l’amministrazione Usa sta cercando una soluzione più giusta per questi problemi, ma certamente provo grande rammarico perché non si possono cambiare le decisioni già prese: è evidente che senza la partecipazione degli Usa gli accordi di Parigi saranno inattuabili”.
Il governo tedesco ha spiegato, invece, di non valutare sanzioni contro gli Stati Uniti. Lo riferisce il portavoce del governo, Steffen Seibert. “Non rientra nella politica del governo tedesco”, ha detto in risposta a una domanda in merito.
“Una questione di principio”: questa la motivazione con cui Bob Iger, Ceo della Disney, ha annunciato la sua decisione di lasciare il comitato degli advisor economici di Donald Trump dopo la decisione sul clima. Questa defezione segue quella di Elon Musk, il fondatore dell’azienda di auto elettriche Tesla.