Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, punta il dito contro “debito pubblico e i crediti deteriorati“, veri ostacoli della crescita economica italiana che “riducono i margini di manovra dello Stato e degli intermediari finanziari”. Entrambi, secondo Visco, rendono vulnerabili l’economia “alle turbolenze sui mercati e possono amplificare gli effetti delle fluttuazioni”.
“L’elevato debito è un fattore di vulnerabilità, condiziona la vita del Paese – spiega Visco – servono più investimenti pubblici e meno agevolazioni fiscali. Sull’economia dell’euro pesa l’eredità di un decennio segnato da due recessioni, una causata dalla crisi finanziaria globale e l’altra da quella dei debiti sovrani, e dal rischio di una spirale deflazionistica”.
Alcuni Paesi sono stati particolarmente colpiti: “Per l’economia italiana sono stati gli anni peggiori della sua storia dal Dopoguerra“. Nella sua relazione annuale, Visco lancia un appello a tutte le forze: “L’esigenza di superare la crisi ha sollecitato, e sollecita ancora, uno sforzo eccezionale. Non minore è l’impegno necessario per ritrovare un sentiero di crescita stabile ed elevata, per risolvere la questione del lavoro, così difficile da creare, mantenere e trasformare. Una questione centrale dei nostri giorni non solo sul piano dell’economia”.
Capitolo riforme. Per i conti pubblici e le banche sono necessari altri “passi in avanti, non retromarce”. “La principale lezione della crisi – ha detto Visco – è che gli squilibri vanno corretti tempestivamente, altrimenti prima o poi si pagano. Sul terreno delle riforme, su quello della finanza pubblica, per le banche servono altri passi in avanti, non retromarce”.
“L’efficace gestione di una crisi richiede tempi assai rapidi e certi, una stretta cooperazione tra tutti i soggetti coinvolti, una chiara definizione delle responsabilità e delle priorità. Sono queste le modalità che in passato hanno consentito in Italia di superare fasi di tensione, anche gravi, senza danni per i risparmiatori e per il sistema creditizio nel suo complesso“, ha aggiunto Visco.
Nel nuovo assetto europeo, oggi, “gli interventi in caso di crisi sono affidati a una molteplicità di autorità e istituzioni tra loro indipendenti, con processi decisionali poco compatibili con la rapidità degli interventi – ha chiosato Visco – Manca una efficace azione di coordinamento“.