Ilva, fallisce l’incontro tra Governo e sindacati | “Con queste premesse lo sciopero è inevitabile”

di Redazione

» Cronaca » Ilva, fallisce l’incontro tra Governo e sindacati | “Con queste premesse lo sciopero è inevitabile”

Ilva, fallisce l’incontro tra Governo e sindacati | “Con queste premesse lo sciopero è inevitabile”

| martedì 30 Maggio 2017 - 17:29

Fumata nera al termine dell’incontro tenuto a Roma tra il Governo, i rappresentanti Ilva e le organizzazioni sindacali sulla vendita del Gruppo. Il giudizio della Fiom Cgil sull’incontro è fortemente negativo: “È stata comunicata la vendita al Gruppo Arcelor Mittal-Marcegaglia che avrebbe già parlato di circa 5 mila esuberi a livello nazionale”, scrive il sindacato in una nota.

“Anche la seconda cordata (Acciaitalia) avrebbe indicato in un numero di poco inferiore alle 5 mila unità gli esuberi. Inoltre – prosegue la Fiom – interpellato dal Segretario Generale della Fiom di Genova, Bruno Manganaro, il Ministro Carlo Calenda non avrebbe saputo cosa rispondere sulla validità dell’Accordo di Programma che per il sito del capoluogo ligure significa investimenti e mantenimento dell’occupazione”.

Il sindacato promette mobilitazioni: “Con queste premesse, si preannuncia nei prossima giorni una forte mobilitazione di lotta e di sciopero a tutela del reddito e dell’occupazione degli operai e impiegati dell’Ilva di Genova. Le parti si rivedranno a Roma il prossimo giovedì mattina; la richiesta è una ed è rivolta al Governo – prosegue la nota – a Genova non si prescinde dall’Accordo di Programma firmato dallo stesso Governo, dall’Azienda, dalle Istituzioni e dal sindacato”.

Secondo quanto riferito dai sindacati, le due proposte di acquisizione di Ilva prevedono esuberi e in particolare guidata da ArcelorMittal-Marcegaglia ne stima fino a 5.800 fino al 2023. Nel dettaglio la proposta AcelorMittal-Marcegaglia (Am Investco Italy) prevede di portare i 14.200 dipendenti del gruppo a 9.400 nel 2018 per poi arrivare a 8.400 nel 2023. La seconda proposta, quella della joint venture AcciaItalia fatta da Jindal, Cdp, Arvedi, Delfin, indica 7.800 dipendenti nel 2018 per arrivare a 10.300 nel 2023″.

“Non è accettabile che ci sia una riduzione dell’occupazione di questa natura – ha dichiarato il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini – l’incontro è stato deludente, non abbiamo capito i motivi per cui è stata scelta una proposta rispetto all’altra. Un prezzo occupazionale così alto non è possibile da pagare“. Landini ha spiegato che l’accordo con i sindacati è vincolante: “Non è divertente dire che ci deve essere un accordo perché non si può scaricare su lavoratori e sindacati, è uno scherzetto usato in altre trattative che non funziona e non accetteremo”.

“Non sono proponibili migliaia di esuberi – ha affermato il segretario generale della Uil, Rocco Palombella – dei 5.800 tagli previsti da Am Investco Italy la parte più rilevante sarebbe a Taranto. Faremo cambiare il piano“.

 

Edizioni Si24 s.r.l.
Aut. del tribunale di Palermo n.20 del 27/11/2013
Direttore responsabile: Maria Pia Ferlazzo
Editore: Edizioni Si24 s.r.l.
P.I. n. 06398130820