Clima tesissimo in commissione Bilancio della Camera per il via libera alla riformulazione dell’emendamento Di Salvo che introduce per le microimprese sotto i 5 dipendenti un vero e proprio contratto di lavoro. Ai voucher, però, si sostituiranno i Libretti famiglia e il ‘contratto di prestazione occasionale’.
Previsti anche nuovi anche i tetti per le prestazioni occasionali a 5mila euro per ciascun lavoratore e per ciascun datore di lavoro, ma con un ulteriore limite di 2500 euro l’anno per le prestazioni rese a un singolo datore. In parlamento si prevedono però le barricate.
Da Orlandiani Md e M5S, infatti, arrivano voti contrari. Antonio Misiani, Susanna Cenni e Carlo Dell’Arringa non hanno partecipato al voto. Contro la riformulazione dell’emendamento c’è l’Mdp, come annunciato da Arturo Scotto. Voto contrario anche di Sinistra italiana e Movimento 5 Stelle. A favore il resto del Pd in commissione, Ap, Ala-Sc, Forza Italia, e anche la Lega.
La proposta è passata con 19 sì e 6 no. “Il voto sui ‘nuovi voucher’ lede in modo decisivo il rapporto tra noi e il resto della maggioranza“, dice Arturo Scotto di Mdp sottolineando che “la discussione è stata influenzata fortemente dai capricci di chi ha messo una gigantesca mina sull’esito della legislatura e delinea scenari politici larghe intese”.
“Ora abbandoniamo i lavori della commissione, non voteremo il mandato al relatore e ci batteremo in Aula per cambiare il testo. Non c’è più vincolo di maggioranza, il nostro vincolo è con chi avrebbe avuto il diritto a votare il referendum”, ha aggiunto Scotto.
“Prendiamo atto che c’è situazione di questo tipo, valuteremo cosa succede nei passaggi successivi ma mi auguro che al Senato Mdp mostri senso di responsabilità e mantenga fede agli impegni che ha assunto anche davanti ai suoi elettori, dicendo che avrebbe sostenuto con lealtà il governo, dopodiché ognuno si assumerà sua responsabilità“, ha spiegato il capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato, a margine dei lavori della commissione Bilancio sulla manovra.
Il coordinatore di Art.1-Mdp, Roberto Speranza, è stato duro: “La vicenda Voucher ha dell’incredibile!. Poche settimane fa il governo li ha aboliti, dopo che la CGIL aveva raccolto oltre 1 milione di firme per cancellarli e dopo che era stato indetto il referendum abrogativo previsto dall’articolo 75 della Costituzione“.
“Il referendum avrebbe dovuto tenersi proprio domenica 28 maggio, ma è stato giustamente annullato dalla Cassazione a seguito dell’abolizione – prosegue – Ora la stessa mano che li ha cancellati decide sostanzialmente di ripristinarli, senza neanche cercare la condivisione delle associazioni dei lavoratori. Hanno cambiato il loro nome, ma la precarietà che portano è rimasta la stessa. È un inaccettabile precedente che mina la credibilità dell’istituto referendario e prende in giro gli italiani che hanno firmato i quesiti”.