Gianluigi Buffon scrive l’ennesima memorabile pagina della propria carriera: con la vittoria di oggi, ha scritto per l’ottava volta il suo nome nell’albo d’oro della Serie A.
Sono 10 gli scudetti ipoteticamente vinti da Buffon se si considerano anche i 2 scudetti revocati nelle stagioni 2004-2006, un dettaglio che il capitano bianconero rivendica in un suo post su Instagram:
Come lui solo altri pochissimi eletti, tutti in qualche modo legati alla Juventus: Giovanni Ferrari, nella Juve del quinquennio d’oro 30-35 e poi campione con Inter e Bologna altre tre volte. Insieme a lui Virginio Rosetta, sempre parte di quell’incredibile Juventus, che già aveva vinto un’altro scudetto in bianconero negli anni 20 e che ne conquistò altri due con la Pro Vercelli.
Poi Furino e Del Piero, che hanno vinto sempre e solo con la maglia bianconera addosso. Nel ristretto club degli otto volte campioni d’Italia c’è anche un altra leggenda bianconera, Ciro Ferrara, che però due dei suoi 8 scudetti li ha vinti con la maglia del Napoli.
Queste le parole di Buffon: “10 anni esatti. Come i 10 scudetti che ho vinto. Sempre in bianco e nero. È un po’ un cerchio che si chiude in questo campionato incredibile. In tanti hanno parlato di vittoria annunciata. Non sono d’accordo. Siamo ripartiti da zero. Ci siamo rimessi in discussione. Abbiamo lottato e vinto. Nessuno ci ha regalato nulla. Ogni avversario con noi si è impegnato al massimo. Tanti hanno tifato contro. È normale: i più forti sono sempre antipatici. Ma io mi tengo l’antipatia e lascio agli altri la contemplazione dell’impresa”.
Una vittoria vissuta sempre con il sorriso: “Una gioia immensa. Abbiamo scritto delle pagine indelebili nella storia del calcio. Ora possiamo pensare gradualmente alla finale di Champions League. Certo… domenica scorsa siamo andati in villeggiatura a Roma e infatti abbiamo fatto una figura del cavolo. Ma al di là delle parole che si dicono, stare in alto è sempre sinonimo di sacrificio: nel primo siamo stati la rivelazione, mentre negli altri eravamo i favoriti. Questo non toglie che, per riuscire a continuare a vincere, sia servito un sacrificio enorme, anche a livello nervoso”.