I carabinieri di Palermo e Trapani hanno tratto in arresto, per i reati di corruzione e altro, l’armatore Ettore Morace (in carcere), il deputato regionale Girolamo Fazio (ai domiciliari) e il funzionario della Regione Siciliana Giuseppe Montalto (ai domiciliari).
Indagati nomi di spicco: il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta (per concorso in corruzione), il sottosegretario di Stato al Ministero dei Trasporti, Senatrice Simona Vicari (il cui fratello è anche dipendente della Liberty Lines) e l’ex deputata, nonchè candidata al consiglio comunale di Palermo, Marianna Caronia.
E proprio Simona Vicari (Ap), sottosegretario alle Infrastrutture, ha deciso di dimettersi, dicendo, però, di “essere estranea ai fatti”.
“Poichè la mia permanenza nell’incarico di sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture comporterebbe di affrontare quotidianamente una materia per la quale sono oggi sottoposta ad indagine, al fine di garantire a me e al mondo che è maggiormente interessato al trasporto marittimo e a tutto il Governo che ho avuto l’onore di rappresentare, una maggiore serenità, ritengo opportuno rassegnare le mie dimissioni“, ha detto.
“Sono assolutamente tranquilla e certa della liceità della mia azione essendomi, della vicenda, interessata nel pieno adempimento delle deleghe che mi erano state conferite e nella pienezza del ruolo di Parlamentare che rivesto e questo per venire incontro alle esigenze dell’intero comparto marittimo”, aggiunge.
Il presidente Rosario Crocetta ha invece dichiarato all’Ansa di essere “molto sereno e se ci dovesse essere un invito a comparire, che non ho ricevuto perché sono in viaggio, sarò lieto di riferire ai magistrati notizie utili alle indagini”.
La misura cautelare è stata emessa dal gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Procura della Repubblica. La moglie del padre dell’armatore Ettore Morace, Annemarie Collart, è uno degli assessori designati dal candidato sindaco Girolamo ‘Mimmo’ Fazio.
Fazio, invece, è stato sindaco di Trapani fino al 2012 ed è un imprenditore del settore vinicolo. Ex alleato del senatore Antonio D’Al’, ora suo concorrente alle prossime amministrative, ha poi lasciato Forza Italia.
L’inchiesta ruoterebbe attorno a tangenti su fondi per il trasporto marittimo. La famiglia Morace, da sempre vicina a Fazio, gestiva la compagnia di traghetti Ustica Lines da cui è nata la Liberty Lines che collega Trapani alle isole minori.
Nei guai, come detto, anche Montalto, coordinatore della segreteria particolare dell’assessore regionale alle Infrastrutture Giovanni Pistorio e titolare di un’agenzia pubblicitaria che ha sede a Palermo, la “Dorian Gray – Comunicazione integrata“, che ha lavorato in vari progetti con la Regione, tra i quali l’inaugurazione del museo di Aidone dove è esposta la Venere di Morgantina.
Montalto, posto ai domiciliari, in assessorato aveva svolto lo stesso ruolo, dal novembre 2014, con il precedente assessore Giovanni Pizzo. Si tratta di un elemento esterno all’amministrazione regionale e il suo è un incarico fiduciario. L’assessorato alle Infrastrutture è l’ente che ha bandito le gare sul trasporto marittimo con le isole minori.
Montalto e la Caronia avrebbero ostacolato la nomina di un consulente non gradito a Morace. La Caronia avrebbe ottenuto da Morace l’impegno ad accogliere tutte le sue richieste a titolo di buonuscita dalla ex Siremar della quale la Caronia era dipendente. Inoltre la Caronia avrebbe ricevuto 50 mila euro da Morace per prestazioni “inesistenti”.
Le indagini hanno consentito di accertare reati di corruzione, turbata libertà degli incanti, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, accesso abusivo ad un sistema informatico, rivelazione del segreto d’ufficio ed installazione di apparecchiature atte ad intercettare conversazioni telefoniche.
Il gip ha disposto inoltre la sospensione dal pubblico ufficio di Orazio Gisabella, militare dell’Arma dei carabinieri, in servizio presso altra regione. L’indagine è stata incentrata sulla figura dell’armatore Morace, proprietario della Liberty Lines e ha preso avvio dal riscontro di gravi irregolarità “circa l’affidamento, proprio a favore della Liberty Lines, dei servizi di collegamento a mezzo unità veloci per le isole Egadi ed Eolie”.
Nello specifico “si accertava un sovradimensionamento della compensazione finanziaria, ottenuto attraverso l’indebita ingerenza di Salvatrice Severino, già dirigente del servizio 2 trasporto regionale aereo e marittimo dell’assessorato alle infrastrutture e trasporti, nonchè del deputato regionale trapanese Girolamo Fazio”.
È stato tra l’altro, verificato che:
– esisteva una reale cointeressenza economica tra l’armatore Morace e l’onorevole Fazio, tale da poter ipotizzare il reato di abuso d’ufficio nella condotta di quest’ultimo. Si è, altresì, registrato un notevole attivismo del Morace nel tessere una vasta e diversificata rete di supporto politico-istituzionale, a livello regionale e nazionale, finalizzata al rafforzamento della posizione di quasi monopolio della Liberty Lines e all’aggiudicazione di fondi regionali “gonfiati”;
– Morace gode del forte appoggio del Sottosegretario di Stato al Ministero dei Trasporti, Senatrice Simona Vicari (il cui fratello è anche dipendente della Liberty Lines). Attraverso l’interessamento della stessa, Morace riusciva ad ottenere nel periodo monitorato:
- la presentazione e l’approvazione di un emendamento alla legge di stabilità dello Stato con il quale veniva ridotta l’imposta d’IVA dal 10% al 5% per i trasporti su navi veloci, causando un ammanco alle casse dello Stato di 7 milioni di euro e, conseguenziale, notevole arricchimento della società Liberty Lines;
- il ritiro della proposta di nomina di un consulente, inviso a Morace, all’Assessorato Regionale ai Trasporti;
– il capo della segreteria dell’assessore ai Trasporti della Regione, Giuseppe Montalto, sfruttando il suo ruolo, otteneva da Morace:
- l’assunzione di un amico giornalista, presso l’ufficio stampa di Liberty Lines;
- la più che favorevole liquidazione del trattamento di fine rapporto con “Siremar s.p.a.” dell’amica Marianna Caronia;
– Morace si attivava anche per ottenere un intervento presso il Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA) per la regione Siciliana al fine di ottenere il ribaltamento della sentenza del TAR Sicilia del 21 febbraio 2017, dispositivo con il quale era stato rigettato il ricorso presentato dalla Liberty Lines avverso l’annullamento in autotutela della gara d’appalto per i trasporti su navi veloci per il 2016. Tale annullamento era stato operato dalla Regione Siciliana, a causa delle riscontrate sovracompensazioni. Di fatto, con la decisione del TAR, la compagnia di navigazione aveva perso 24 milioni di euro;
– Morace, unitamente al fratello Gianluca, imbastiva un’attività di intercettazione abusiva nei confronti di un dipendente, sospettato di essere in accordo con la concorrenza. L’attività veniva attuata con l’ausilio di un’agenzia di investigazioni private del capoluogo campano e attraverso l’installazione di uno spyware sul telefono cellulare del dipendente. Attraverso tale attività illecita, gli armatori MORACE riuscivano ad incamerare importanti informazioni che confermavano i loro sospetti;
– il “Gruppo Franza” poneva a sua volta in essere manovre per danneggiare il concorrente Morace, condotte anche grazie al concorso del citato Gisabella.
Nello specifico, la Sottosegretaria alle Infrastrutture Simona Vicari (Ap) risulta indagata per corruzione per aver presentato un emendamento che abbassava dal 10 al 4% l’Iva sui trasporti marittimi, in cambio di un Rolex ricevuto da Morace a Natale. In questo modo, secondo i pm, Morace avrebbe ottenuto un risparmio di “almeno sette milioni di euro”.
“Mi sono già espresso sulla mia posizione, con un comunicato, in merito ai nuovi accadimenti giudiziari, non voglio dire nulla”, dichiara all’Ansa il senatore Antonio D’Alì. “Abbiamo scoperto un connubio sistemico finalizzato alla corruzione tra imprenditoria e politica”, ha detto il procuratore aggiunto di Palermo Dino Petralia.
“L’inchiesta – continua Petralia – parte da un atto coraggioso di un funzionario regionale, subentrato a quello che aveva curato l’emissione dei bandi che avevano favorito Morace, che si è aperto a una totale collaborazione con gli inquirenti”. In 10 mesi l’inchiesta si è conclusa. Alcuni tronconi saranno inviati ad altre procure.
L’inchiesta riguarda i territori di Palermo, Trapani, Napoli, Livorno e Messina. Il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi ha sottolineato la rapidità con cui anche l’ufficio dei gip si è mosso e la novità di due comandi provinciali dell’Arma, Palermo e Trapani, che hanno lavorato insieme.
E sulle accuse di “giustizia ad orologeria“, Lo Voi spiega: “I tempi delle indagini e della politica sono diversi e a volte possono crearsi sovrapposizioni temporali. Quando questo capita, comunque, in mancanza di una conoscenza precisa dei fatti, nessuno è autorizzato a parlare di giustizia a orologeria”.
Lo Voi quindi aggiunge: “Se guardiamo l’origine e lo sviluppo di questa indagine e la sua rapidità – ha aggiunto – in un momento in cui tutti chiedono una giustizia veloce, parlare di giustizia a orologeria è affrettato e ingeneroso. Dalì? La sentenza di appello dalla quale sono stati tratti elementi importanti per la definizione della proposta è stata depositata il 14 aprile scorso. La preparazione di un provvedimento in tempi così brevi risponde da sola a qualunque obiezione”.