La legge elettorale è al centro delle discussioni all’interno dei vari partiti. Il segretario del Pd, Matteo Renzi, vuole accelerare sulla riforma: “Non si perda altro tempo” che auspica che il 29 maggio il testo sia in Aula ed entro i primi di giugno venga dato il via libera da parte della Camera.
Nella tarda mattinata di oggi, Pier Luigi Bersani su Facebook, ha scritto che “Adesso che c’è il testo, nero su bianco, della proposta Pd temo che Prodi e Pisapia dovranno riconsiderare le loro pur cautissime aperture. Questa proposta non c’entra con il Mattarellum. Qui c’è una scheda sola, non due – continua -. Qui si allude non certo alla coalizione ma piuttosto a confuse accozzaglie a fini elettorali fra forze politiche”.
Il nuovo relatore Emanuele Fiano, ieri sera, ha depositato in commissione Affari costituzionali il testo base che nasce dal capogruppo dem Ettore Rosato: un sistema metà maggioritario (303 collegi) e metà proporzionale, ribattezzato Rosatellum. La soglia prevista è al 5%.
“Ogni elettore – si legge – dispone di un voto da esprimere su un’unica scheda recante il nome del candidato nel collegio uninominale e il contrassegno di ciascuna lista, corredato dei nomi dei candidati nel collegio plurinominale”.
In pratica, sulla stessa scheda c’è sia il candidato di collegio per la quota maggioritaria sia le liste bloccate a lui collegate per la parte proporzionale. Si tratta di liste molto brevi di 2-4 candidati. Si può dunque decidere se votare il candidato di collegio e una lista a lui collegata oppure uno dei due.
Nel primo caso si vota soltanto per la quota maggioritaria, nel secondo, invece, automaticamente il voto va anche al candidato di collegio. A differenza del sistema utilizzato per i sindaci, tuttavia, in questo caso non è possibile fare il voto disgiunto. I collegi sono 303 per la Camera (a cui vanno aggiunti i 12 del Trentino, quello della Valle d’Aosta e i collegi esteri) e 150 per il Senato. Hanno una grandezza di circa 600mila abitanti, come era già previsto nell’Italicum.
La Lega con Giancarlo Giorgetti ha ribadito l’appoggio al testo dei dem, M5s e Fi invece non ci stanno e vogliono i collegi uninominali. “È un Anticinquestellum” hanno detto i deputati grillini. Luigi Di Maio è sicuro però che il Pd non riuscirà ad approvare la legge al Senato: “Torneranno da noi con la coda tra le gambe”.