Nuovo capitolo del caso biglietti in casa Juventus, con il presidente del club, Andrea Agnelli, intervenuto in audizione alla Commissione parlamentare Antimafia sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel calcio e presunti contatti di lanci dirigenti bianconeri con le cosche.
>JUVENTUS E IL CAOS BIGLIETTI: “NOI INTIMIDITI”
La posizione di Andrea Agnelli contro le accuse mosse è netta: “Il bagarinaggio? Siamo stati colti di sorpresa nel dover gestire uno stadio troppo piccolo, sempre tutto esaurito. Il bagarinaggio deve essere contrastato, anche se la cessione di un bene mobile, quale è il biglietto di una partita, non penso vada criminalizzato. Discorso diverso è il fare incetta di tagliandi a fini puramente speculativi: questo fenomeno va combattuto e sul digitale sta invece dilagando grazie all’uso dei cosiddetti bot. Per Cardiff, vado online e trovo biglietti a 3 e 5 mila euro. Prezzi che sono assurdi”.
E su Dominello afferma: “Io non ho mai subito minacce da ultras. Non ho mai incontrato Dominello da solo, ricordo 3-4 incontri ma sempre alla presenza di altre persone. Se io e i miei dipendenti avessimo saputo quanto emerso oggi, mai avremmo avuto rapporti con lui. Le complessità e le dinamiche geografiche dei nostri tifosi hanno fatto sì che, nella volontà di organizzare il tifo in modo corretto, si sia lasciato spazio a persone che hanno interesse a lucrare sulla vendita dei biglietti”.
Risposte però che non tranquillizzano la presidente della commissione Rosy Bindi, che ribatte così: “È emerso fin qui un quadro che presenta seri elementi di preoccupazione sotto molti punti di vista, la situazione non deve essere sottovalutata, come hanno dimostrato i recenti fatti di cronaca. A noi interessa capire la lettura che Agnelli dà dei fatti che si sono verificati e di quella realtà. Ci interessa capire se la società si è interrogata sul perché è successo questo, di chi sono le responsabilità e quali sono i rimedi”.