Maxi blitz congiunto di polizia, carabinieri e Guardia di finanza nel Catanzarese contro la cosca Arena. Gli oltre 500 agenti intervenuti hanno consentito di smantellare la famiglia ‘ndranghetista di Isola Capo Rizzuto con il fermo di 68 persone disposto dalla Dda di Catanzaro.
Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello Stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti aggravati dalla modalità mafiose. Nel corso dell’operazione anche un sequestro di beni milionario
All’operazione, chiamata ‘Jonny’, hanno partecipato oltre 500 tra agenti della polizia appartenenti alle squadre mobili delle questure di Catanzaro e Crotone, carabinieri del Ros e del Reparto operativo – nucleo investigativo di Catanzaro e finanzieri del Nucleo di polizia tributaria e della Compagnia di Crotone con il concorso dei rispetti uffici e Comandi centrali.
I provvedimenti, disposti dalla Dda guidata dal procuratore capo Nicola Gratteri, “sono giunti a conclusione di indagini coordinate dal procuratore aggiunto Vincenzo Luberto” che, secondo gli investigatori, hanno permesso di smantellare la storica e potentissima cosca che fa capo alla famiglia Arena, al centro di articolati traffici illeciti nelle provincie di Catanzaro e Crotone.
La cosca Arena di Isola Capo Rizzuto, da decenni al centro delle vicende criminali nel crotonese, aveva imposto la propria presenza anche sull’area ionica della provincia di Catanzaro con estorsioni a tappeto ai danni di esercizi commerciali ed imprese anche impegnate nella realizzazione di opere pubbliche.
Nella zona, spiegano gli investigatori, gli Arena agivano direttamente attraverso i propri affiliati, oppure tramite fiduciari nominati responsabili della conduzione delle attività delittuose o anche attraverso la messa “sotto tutela” di cosche alleate.
Tra il 2015 ed il 2016 infatti, in particolare a Catanzaro, una cellula degli Arena, dipendente dalla cosca madre di Isola Capo Rizzuto ma radicata nel capoluogo, secondo l’accusa, ha perpetrato una serie impressionante di danneggiamenti a fini estorsivi per fissare con decisione la propria influenza sull’area mentre cosche satelliti della famiglia Arena avevano fatto altrettanto nei comuni di Borgia e Vallefiorita e di rilevante interesse imprenditoriale e turistico
È emerso inoltre come la cosca Arena controllasse a fini di lucro la gestione del centro di accoglienza per migranti “Sant’Anna” di Isola Capo Rizzuto (Crotone) grazie alla collusione con esponenti della “Fraternita di Misericordia”. Dalle indagini è infatti emersa un’infiltrazione del clan, da più di un decennio, in tutte le attività imprenditoriali connesse al funzionamento dei servizi di accoglienza.
Secondo gli investigatori, il tramite era Leonardo Sacco, governatore della Misericordia, che ha permesso di aggiudicare a imprese create ad hoc dai mafiosi gli appalti indetti dalla Prefettura di Crotone per le forniture dei servizi di ristorazione presso il centro di accoglienza di Isola di Capo Rizzuto e di Lampedusa. Gli Arena e altre famiglie di ‘ndrangheta si spartivano così i fondi destinati all’accoglienza dei migranti.
Tra i fermati spicca il nome del parroco di Isola Capo Rizzuto, don Edoardo Scordio, 70 anni. La struttura Sant’Anna, posizionata in una vecchia area militare, lungo la statale 106, è una delle più grandi in Italia ed è capace di ospitare oltre 1.600 persone al giorno.
La cosca coltivava inoltre ingenti interessi nelle attività legate al gioco ed alle scommesse, settore nel quale, a Crotone e nel suo hinterland, aveva assunto una “posizione dominante” avvalendosi del potere di intimidazione che consentiva al clan di conseguire enormi profitti alterando gli equilibri concorrenziali e determinato la concentrazione della raccolta del gioco nelle mani del crimine organizzato, precludendo l’accesso ad altri operatori commerciali.
La società bookmaker Centurion Bet Ltd – spiegano gli inquirenti – attiva nel settore delle scommesse, operativa in Italia con oltre 500 agenzie e ramificata in tutto il mondo, “avrebbe messo a disposizione, tramite un barese, Francesco Martiradonna, i propri circuiti di gioco on line, alla società Kroton games, operante nella provincia di Crotone ed espressione commerciale della cosca Arena, determinando volumi di fatturato, sottratti al fisco, per decine di milioni di euro“.
“L’operazione di oggi conferma che dove ci sono potere o denaro c’è la ‘ndrangheta che sfrutta i bisogni anche dei disperati”, spiega il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri. “Da un punto di vista giudiziario – ha aggiunto – a noi risulta che tale controllo andasse avanti almeno dal 2009. Lucravano anche sui pasti. Se, per esempio, la società doveva fornire 500 pasti, ne portavano 300, e gli altri non mangiavano”.
“L’imponente operazione contro il clan Arena, coordinata dalla Dda di Catanzaro, è un importante risultato nella lotta contro la ‘ndrangheta e le infiltrazioni mafiose nella gestione dei migranti“, ha quindi aggiunto la presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi. “Il Cara di Isola Capo Rizzuto, era diventato una miniera di denaro per la cosca, che grazie alla complicità del responsabile dell’ente che gestiva il centro, già vicepresidente delle Misericordie, controllava appalti e forniture dirottando nelle casse della famiglia i fondi comunitari destinati ai profughi“.
Sull’opacità della gestione del Cara in provincia di Crotone, “aveva aperto un’inchiesta anche la nostra Commissione“. “Questa vicenda conferma la capacità delle mafie di sfruttare le debolezze e le fragilità del nostro tempo con un approccio predatorio e parassitario – prosegue la Bindi – La tragedia dei migranti è anche un vergognoso volano di corruzione, come già rivelato da Mafia Capitale, che va perseguita e stroncata con estremo determinazione”.
“Gli arresti di oggi sono – conclude la Bindi – il coronamento di un’accurata indagine dei Ros, che ha permesso di ricostruire i molteplici affari della famiglia e il ruolo di cerniera con la pubblica amministrazione svolto dal responsabile del centro. Ringrazio il Procuratore Nicola Gratteri e gli uomini dei Carabinieri della Polizia e della Guardia di Finanza di Catanzaro e Crotone che condotto l’operazione e sequestrato beni e società riconducibili agi Arena”.
Questi i nomi dei fermati:
Abbruzzo Salvatore (alias “tubetto”), 40 anni, Catanzaro
Arena Antonio Francesco, 26 anni, di Isola Capo Rizzuto
Arena Francesco, 38 anni, Isola Capo Rizzuto
Arena Francesco Antonio (detto “Antonio”), 27 anni, Isola Capo Rizzuto
Arena Francesco, 47 anni, Isola Capo Rizzuto
Arena Giuseppe, 21 anni (figlio di Arena Pasquale detto “nasca”), Isola Capo Rizzuto
Arena Pasquale, 25 anni, Isola Capo Rizzuto
Arena Salvatore (“scrucco”), 48 anni, Isola Capo Rizzuto
Arena Salvatore (“ricchia”), 38 anni, Isola Capo Rizzuto
Babbino Luciano, 38 anni, Vallefiorita (Cz)
Bruno Francesco, 37 anni, Vallefiorita (Cz)
Catarisano Leonardo (detto Nando), 53 anni, Borgia (Cz)
Colacchio Salvatore, 46 anni, Isola Capo Rizzuto
Cosco Giuseppe, 37 anni, Borgia (Cz)
Danieli Salvatore (detto Turi), 23 anni, Vallefiorita
Di Gennaro Raffaele (detto Lello), 47 anni, Crotone
Foschini Salvatore, 55 anni, Crotone
Gareri Luigi (“giobbo”), 59 anni, Isola Capo Rizzuto
Gentile Tommaso, 37 anni, Crotone
Gioffrè Nicola, 42 anni, Marcellinara (Cz)
Godano Vincenzo, 30 anni, Crotone
Greco Maurizio (“spinzu”), 37 anni, Isola Capo Rizzuto
Gualtieri Francesco, 37 anni, Borgia (Cz)
Guarnieri Andrea, 23 anni, Borgia (Cz)
Kane Leye (detto Marco), 36 anni, senegalese residente a Catanzaro
Lentini Paolo (alias “pistola”), 53 anni, Isola Capo Rizzuto
Lentini Rosario (alias “liborio”), 57 anni, Isola Capo Rizzuto
Lentini Vincenzo di Paolo, 27 anni, Isola Capo Rizzuto
Lionetti Costantino, 44 anni, Catanzaro
Mammone Francesco, 38 anni, Catanzaro
Manfredi Antonio (alias “mussutu” o “porziano”), 39 anni, Isola Capo Rizzuto
Martiradonna Francesco, 44 anni,m di Bari
Miniaci Luigi, 42 anni, Catanzaro
Morelli Pasquale (alias “cavuzi larghi”), 60 anni, Isola Capo Rizzuto
Morelli Pasquale, 25 anni, Isola Capo Rizzuto
Pirrò Fortunato (alias “barzetta”), 48 anni, Isola Capo Rizzuto
Pompeo Antonio, 49 anni, Isola Capo Rizzuto
Pullano Giuseppe (alias “tifune” o “molla”), 55 anni, Isola Capo Rizzuto
Romano Francesco, 35 anni, Crotone
Romano Salvatore, 67 anni, Crotone
Romeo Pietro, 50 anni, Cropani (Cz)
Saporito Antonio, 39 anni, Crotone
Taverna Francesco, 43 anni, Crotone
Valeo Roberto (alias “killer”), Roccelletta di Borgia (Cz)
Poerio Antonio, 46 anni, Isola Capo Rizzuto
Poerio Domenico, 43 anni, Isola Capo Rizzuto
Poerio Fernando, 51 anni, Isola Capo Rizzuto
Poerio Pasquale, 43 anni, Isola Capo Rizzuto
Sacco Leonardo, 38 anni, Isola Capo Rizzuto
Scordio Edoardo, 70 anni, Isola Capo Rizzuto
Lanatà Maria, 45 anni, Isola Capo Rizzuto
Cantore Francesco, 42 anni, Cirò Marina
Cozza Aurora, 45 ani, Isola Capo Rizzuto
De Furia Salvatore, 43 anni, Catanzaro
Manfredi Luigi (alias “Gino porziano”), 43 anni, Isola Capo Rizzuto
Manfredi Mario, 26 anni, Isola Capo Rizzuto
Mercurio Domenico, 47 anni, Crotone
Muraca Angelo, 48 anni, Isola Capo Rizzuto
Muraca Stefania, 38 anni, Isola Capo Rizzuto
Muto Beniamino, 45 anni, Isola Capo Rizzuto
Muto Benito, 41 anni, Isola Capo Rizzuto
Nicoscia Pasquale, 26 anni, Isola Capo Rizzuto
Ranieri Mario, 37 anni, Isola Capo Rizzuto
Raso Ercolino, 45 anni, Isola Capo Rizzuto
Tipaldi Santo, 39 anni, Isola Capo Rizzuto
Poerio Antonio, 36 anni, Isola Capo Rizzuto
Guareri Mario, 44 anni, Isola Capo Rizzuto
Nicoscia Domenico, 39 anni, Isola Capo Rizzuto.