Le provocazioni “missilistiche” della Corea del Nord proseguono senza interruzioni. Alcune fonti militari sudcoreane, confermate anche da Usa e Giappone, hanno reso noto che Pyongyang ha lanciato un missile da Kusong City, nella zona della costa occidentale del Paese.
Si tratterebbe del test di un missile balistico, presumibilmente utilizzato come vettore per le testate nucleari, che ha percorso 700 km per circa 30 minuti di volo prima di cadere nel Mar del Giappone. Lo riferisce l’agenzia sudcoreana Yonhap citando fonti dei vertici militari di Seul.
Il vettore era probabilmente un KN-17 a gittata intermedia. Si tratta di una ennesima sfida all’Occidente e all’appena eletto presidente sudcoreano, Moo Jae-in, più morbido nei confronti di Pyongyang, rispetto ai suoi predecessori. Il lancio, a differenza degli ultimi due, è da considerarsi un successo perché avrebbe potuto colpire qualsiasi punto della Corea del Sud.
La prima reazione, ovviamente, è quella del sudcoreano Moon Jae-in: “Il test è una chiara violazione delle risoluzioni dell’Onu e una grave minaccia alla sicurezza regionale”. Il leader sudcoreano ha quindi assicurato che Seul tratterà in modo risoluto “le provocazioni per assicurare che non ci siano errori di calcolo”.
Moon ha inoltre espresso “profondo dispiacere per le sconsiderate provocazioni messe in atto da Pyongyang” ordinando alle forze armate di rafforzare la vigilanza.
Subito dopo si sono aggiunte le dichiarazioni del presidente americano Donald Trump che ha detto di “non immaginare che Mosca sia contenta del test”. Il missile è infatti caduto molto vicino al territorio russo: “L’ultima provocazione dovrebbe servire come monito per tutte le nazioni in modo da infliggere sanzioni più severe a Pyongyang”.
Anche la Cina condanna il nuovo test missilistico realizzato dalla Corea del nord e invita Pyongyang a “contenersi“. “Pechino – ha affermato il ministero degli Esteri – è contraria alle violazioni delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu messe in atto della Repubblica popolare democratica di Corea e invita tutte le parti a esercitare moderazione“.