Il prossimo 24 maggio Papa Francesco incontrerà il presidente Usa Donald Trump. Ma le aspettative del vescovo di Roma non prevedono un ammorbidimento delle proprie posizioni su temi come clima e migranti. “Questo è un calcolo politico che non mi permetto di fare e neppure sul piano religioso io sono un proselitista – dice -, ci parleremo, ognuno dirà ciò che pensa. Ognuno ascolterà l’altro. Ci parleremo e dopo dirò cosa penso”
“Io mai faccio un giudizio su una persona senza ascoltarla. Io dirò quello che penso, lui dirà quello che pensa. Ci sono porte che non stanno chiuse: bisogna cercare le porte che siano almeno un po’ aperte, entrare e parlare sulle cose comuni – continua Trump – E andare avanti passo passo: la pace è artigianale, si fa ogni giorno. Anche l’amicizia tra le persone, la conoscenza mutua, si fa tutti i giorni”.
Capitolo Medjugorje, Papa Francesco è netto: “Credo alla Madonna nostra Madre buona, non a quella capo di un ufficio telegrafico che ogni giorno invia un messaggio”. La commissione Ruini ha fatto “un lavoro molto molto buono”, ha rimarcato che se sulle prime apparizioni, o presunte tali, “si deve continuare a investigare“, sulle ultime “a livello personale” ha dubbi.
Indubbiamente, però, “c’è il fatto spirituale e pastorale, il nocciolo della relazione: gente che si converte, che incontra Dio, che cambia vita. E questo non grazie a una bacchetta magica. Questo fatto non si può negare”.