Sembra aprirsi qualche spiraglio nella vicenda che riguarda il programma nucleare e quello missilistico di Pyongyang. La Corea del Nord ha deciso di parlare con gli Stati Uniti, ma solo “sotto le giuste condizioni”.
Lo ha affermato Choe Son-hui, direttore generale dell’Ufficio sui rapporti con gli Usa del ministero degli Esteri di Pyongyang. La diplomatica ha guidato, riporta l’agenzia Yonhap, la delegazione che ha incontrato di recente a Oslo un gruppo di esperti americani con a capo Suzanne DiMaggio, direttore del think-tank New America.
Tre giorni fa, l’amministrazione Trump aveva alzato il tiro contro il regime della nordcoreano. La Cia, infatti, ha annunciato di aver creato una task force speciale con il compito di frenare e ostacolare la minaccia rappresentata dal regime di Kim Jong-un.
Non si è fatta attendere la risposta degli Stati Uniti, che tramite il portavoce del Dipartimento di Stato americano replica: “Disponibili a trattare con la Corea del Nord solo in caso di cessazione di tutte le sue attività illegali e il comportamento aggressivo nella regione”.
L’amministrazione Trump è nel frattempo impegnata nella nomina del nuovo capo dell’FBI al posto di James Comey. Il presidente parlando ai cronisti in Virginia ha affermato: “Possiamo prendere una decisione rapida. I candidati sono tutte persone meravigliose, figure note e di alto livello. Decisione prima di partire dalla Virginia? Possibile”.