James Comey, capo dell’Fbi, è stato licenziato. Il presidente americano Donald Trump, spiega la Casa Bianca, “ha informato Comey che è stato rimosso dall’incarico” sottolineando che la decisione si è basata sulle raccomandazioni “del vice ministro della Giustizia Rod Rosenstein e del ministro della Giustizia Jeff Sessions“.
Trump ha annunciato che “la ricerca di un nuovo direttore inizierà immediatamente“. “L’Fbi – ha quindi spiegato Trump – è una delle istituzioni più rispettate, e oggi si apre una nuova era per il gioiello della corona del sistema giudiziario. La ricerca di un nuovo direttore inizierà immediatamente”.
Nella lettera di benservito al direttore del Bureau, Trump non ha risparmiato stilettate: “Anche se ho apprezzato il fatto che mi abbia informato in tre diverse occasioni che non sono sotto indagine, sono arrivato alla conclusione che lei non è efficacemente in grado di guidare l’Fbi. È essenziale trovare una nuova leadership per riportare fiducia nel Bureau”.
Al presidente americano, il direttore dell’Fbi non è mai piaciuto. A Comey fanno infatti capo le indagini sul Russiagate che ha travolto l’amministrazione causando il licenziamento dell’ex consigliere alla sicurezza nazionale Michael Flynn.
Comey è il secondo direttore dell’Fbi nella storia americana a essere licenziato. L’ultima estromissione risale al 1993, quando alla Casa Bianca c’era Bill Clinton e alla guida dell’Fbi William S. Sessions, nominato da Ronald Reagan. Dopo il 1972, con la fine dei 48 anni di carica di J. Edgar Hoover, il direttore dell’Fbi è nominato dal presidente americano per un incarico della durata di 10 anni, previa conferma da parte del Senato.
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