Colpo al traffico di migranti da parte della polizia di Bari che, coordinata dalla Dda, ha eseguito 15 arresti nel capoluogo pugliese, a Catania e a Salerno a carico di cittadini somali.
Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla permanenza illegale di clandestini in Italia ed al successivo ingresso in Paesi esteri, favoreggiamento di immigrazione clandestina a scopo di lucro, uso di documentazione falsa, corruzione di incaricato di pubblico servizio e falso ideologico in atto pubblico.
Secondo gli investigatori, alcuni dei criminali somali avrebbero avuto contatti con soggetti ritenuti filo-jihadisti, vicini al gruppo terroristico somalo Al Shabaab. I contatti sarebbero avvenuti tramite Facebook e altri social network. È quanto emerso dalle indagini della Squadra Mobile di Bari.
Dalle indagini della Mobile, della Digos e dello Sco, è emerso l’utilizzo di canali money transfer illegali, secondo il sistema dell’hawala informatica, usato dai presunti trafficanti per incanalare le somme loro inviate dalle famiglie dei migranti somali quale prezzo per l’organizzazione dei viaggi degli stessi verso il nord Europa.
Contestualmente agli arresti, sono stati oscurati dal Servizio polizia postale e delle comunicazioni i siti informatici non abilitati in Italia su cui gli indagati avrebbero operato. Tra gli indagati c’è anche un impiegato del Comune di Bari, Vitantonio Cascela, 62 anni, che si sarebbe lasciato corrompere per dichiarare falsamente inesistenti residenze di cittadini somali nel capoluogo pugliese. Nei suoi confronti è stata eseguita la misura interdittiva della durata di 12 mesi.
Dei 15 provvedimenti cautelari, undici sono in carcere (tre dei quali già eseguiti) e quattro ai domiciliari (due ancora ricercati). Il capo della presunta organizzazione criminale è Ismail Olhaye Hussein, somalo di 33 anni, residente a Bari e catturato nel capoluogo pugliese dove gestiva due internet point.
La copertura di questa attività sarebbe stata un’associazione culturale di servizi per migranti e lo stesso capo dell’organizzazione lavorava come mediatore culturale. A Catania sono stati eseguiti altri due arresti nei confronti del 33enne Ahmed Siyad Mohamed e del 27 enne Muhumed Okar Mohamed. Sono attualmente ricercati, anche all’estero, altri otto cittadini somali.
I migranti venivano definiti “selvaggi” nelle intercettazioni tra i presunti componenti della organizzazione. Gli indagati da un lato gestivano logisticamente i migranti, prevalentemente africani, grazie a contatti all’interno dei centri di accoglienza di Sicilia e Puglia, fornendo loro vitto, alloggio, documenti falsi e biglietti di viaggio per raggiungere i Paesi del nord Europa (Gran Bretagna, Svezia e Germania) e dall’altro controllavano un ingente flusso di denaro attraverso il sistema del money transfer. Per ciascun migrante avrebbero incassato 900 dollari.