Un grande successo a San Siro e la convinzione di poter centrale il secondo posto. Parola di Daniele De Rossi che ai microfoni di Roma Tv parla delle prospettive di questo finale di stagione ma anche del rapporto con i tifosi (anche quelli avversari) e del macabro caso dei manichini.
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E tra i manichini appesi dai tifosi laziali c’era anche il suo: “Lì per lì l’immagine non è stata piacevole. Si cerca di mantenere la lucidità, mi hanno spiegato come sono nate coreografie e risposte. Non una bella immagine ma devo anche dire che sono tanti anni che gioco e mai una volta mi sono sentito in pericolo nella mia città, nella quale ci sono sia i romanisti sia i laziali. Se avessi sentito il minimo rischio me ne sarei già andato”.
Una situazione che però suscita rammarico se paragonato a quanto visto ieri sera a San Siro: “Il Milan è entrato in campo prima della partita e nonostante siano sesti ho sentito ovazioni, un grande trasporto. Sentirli incitare i propri giocatori da sesti in classifica mi fa pensare all’atmosfera che viviamo a Roma, non allo stadio ma in generale, rispetto a questo campionato in particolare. Non è pienamente giusto rispetto a quello sta facendo la squadra”.
“Sappiamo di meritare il secondo posto – aggiunge – così come forse non abbiamo fatto abbastanza per il primo: Non è facile essere sette punti dietro alla squadra che dimostra di avere la più forte e grande mentalità forse d’Europa. A volte vengono sminuiti il nostro atteggiamento in campo e nel preparare le partite e la nostra mentalità”.
Ovviamente si passa poi all’argomento Francesco Totti: “Quando si parlava di una stagione alla Kobe Bryant, pensavo che Francesco avrebbe preso solo fischi. Ma questa è la sua grandezza, solo lui può essere capace di riceve questi omaggi in tutti gli stadi. È incredibile, non ha nemmeno bisogno di scendere in campo”.