Si chiude all’insegna del giallo la campagna elettorale per le presidenziali francesi, con lo staff di Emmanuel Macron (leader di En Marche) che ha denunciato un attacco hacker al proprio database che si sarebbe prolungata fino al 24 aprile.
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Il silenzio elettorale della vigilia viene ora rotto da un comunicato che denuncia: “Un’operazione che in modo manifesto tenta una destabilizzazione della democrazia come si è già visto negli Stati Uniti durante la campagna elettorale. Non si tratta in effetti di una semplice operazione di pirateria informatica, ma di un tentativo di destabilizzare le elezioni presidenziali francesi. Durante tutta la campagna En Marche è stato sempre il movimento più preso di mira da queste iniziative in modo intenso e ripetuto”.
I dati trafugati (circa 9 gigabyte) sarebbero stati pubblicati da un utente che si fa chiamare EMLEAKS, su una piattaforma usata per condividere documenti in maniera anonima, chiamata “Pastebin”, dove ora sarebbero presenti “mail, documenti contabili, contratti” relativi allo staff della campagna. Wikileaks ha dichiarato di essere al lavoro per analizzare i dati e scoprire eventuali informazioni compromettenti.
Lo staff di Macron si è affrettato a precisare che nonostante la gravità dell’attacco i dati non sarebbero rilevanti o sensibili, bensì sarebbero state colpite caselle di posta elettronica di vari responsabili del candidato, “tutti legali ed espressione del normale funzionamento di una campagna presidenziale”. Secondo lo staff di “En Marche” i dati trafugati sarebbero stati diffusi “insieme a falsi documenti per seminare il dubbio e la disinformazione”.
Nel frattempo, si preannunciano senza precedenti le misure di sicurezza in vista del voto: oltre 50mila sono i poliziotti e gendarmi, oltre a militari, che sorveglieranno il secondo turno delle elezioni; il ministero dell’Interno ha assicurato “le massime condizioni di sicurezza” e il coinvolgimento sul territorio della Polizia Municipale.