Sono in tutto 25 le province italiane coinvolte in un blitz della polizia contro soggetti che, a vario titolo, avrebbero gestito un traffico e lo spaccio di droga sul “dark web”, la parte nascosta e anonima di internet. Al termine delle indagini durate 15 mesi, gli agenti hanno quindi eseguito arresti e perquisizioni a tappeto.
Gli investigatori hanno operato sotto copertura, riuscendo così a monitorare molti degli arrestati. Tra le persone finite in manette figura anche chi pubblicizzava la propria attività con video nei quali si vede la droga nascosta all’interno di oggetti di uso comune, come statuine o cellulari.
L’operazione è stata condotta dal servizio centrale operativo e dalla squadra mobile di Lecco, coordinati dalle Procure di Lecco, Bergamo e Pisa. Le indagini hanno consentito di ottenere elementi a carico di un italiano, un brasiliano e un albanese, che spacciavano hashish, cocaina, marijuana e droghe sintetiche, offerte nel darknet sul sito “I.D.C.” e piattaforme simili.
Nel darknet, spiegano gli investigatori, “sono presenti venditori, operanti da ogni parte del mondo, che, servendosi dell’anonimato offerto dal sistema, commercializzano stupefacenti e merce illegale di ogni tipo, ricevendo ordinativi e pagamenti con “criptovalute” come il bitcoin, e spedendo i prodotti in plichi anonimi.
Il sito I.D.C., acronimo di “Italian Darknet Community” è il principale luogo di incontro virtuale per venditori ed acquirenti italiani nel deepweb, ed è frequentato da migliaia di navigatori alla ricerca di droga e prodotti clandestini. Nel corso dell’inchiesta è infatti emersa anche un’attività di vendita di armi, documenti contraffatti, denaro falso, software impiegati per accessi abusivi a sistemi informatici e carte di credito clonate.
Un italiano arrestato in è stato segnalato dalle Autorità americane come trafficante di droga già coinvolto in indagini condotte dal F.B.I. che avevano portato nel 2013 alla chiusura del blackmarket “Silk Road”.