Un’operazione anti – ‘ndrangheta della polizia di Reggio Calabria ha portato all’arresto di 20 presunti elementi di vertice, affiliati e prestanome della cosca Pesce. L’operazione è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Le persone finite in manette sono ritenute responsabili di associazione mafiosa e favoreggiamento personale nei confronti del boss latitante Marcello Pesce, arrestato dalla stessa polizia il primo dicembre del 2016.
In carcere sono finiti Rocco Pesce, Filippo Scordino, Giosafatte Giuseppe Elia, Antonio Cimato, Consolato Salvatore Coppola, Carmelo Garruzzo, Antonino Pesce, Savino Pesce, Michelangelo Raso, Bruno Stilo, Michelino Mangiaruga e Rosario Armeli. Si tratta di soggetti già fermati nell’operazione “Recherche 1”.
Altre 8 misure cautelari sono quindi state emesse sulla base di una nuova richiesta avanzata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nei confronti di Marcello Pesce, Pasquale Francavilla, Rocco Rachele, Alfio Ciatto, Gregorio “u Lollo” Niglia, Roccaldo Messina, Andrea Villari e Vincenzo Cannatà.
Gli indagati dell’operazione “Recherche 2” sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, favoreggiamento della latitanza del boss Marcello Pesce detto “il ballerino“, arrestato l’1 dicembre 2016 e condannato recentemente per fatti di mafia a definitivi 16 anni e 2 mesi di reclusione, nonché di traffico e cessione di sostanze stupefecenti, aggravati dalla circostanza di aver agevolato la cosca Pesce di Rosarno.
Delle 20 misure cautelari 12 (10 in carcere e 2 ai domiciliari) sono state emesse nei confronti di persone già fermate (ad eccezione di Antonino Pesce, 25 anni, che si era reso irreperibile) nell’ambito dell’operazione “Recherche 1”.