Dopo essere stata accusata di aver finto di vaccinare 500 bambini, l’infermiera 31enne accusata dall’Usl di Treviso chiederà tramite il proprio legale il risarcimento danni all’azienda sanitaria.
Secondo quanto affermato dal legale, la donna ora “teme per la sua incolumità dopo essere stata sottoposta ad una gogna mediatica senza che vi sia stata una sentenza o un rinvio a giudizio”, visto che l’indagine al momento risulta ancora archiviata dopo diverse denunce.
Dopo essere stata scoperta da alcuni genitori e colleghi (insospettiti perché i bimbi non piangevano durante l’iniezione) e “trasferita ad altro incarico”, la donna aveva fatto perdere le proprie tracce negli ultimi giorni, cancellando i profili sui social, non rispondendo al cellulare e da due giorni non presentandosi al lavoro.
La donna è stata accusata dalle colleghe di buttare le fiale dopo aver registrato la prestazione: l’infermiera rischia il licenziamento e la sua posizione è aggravata dall’assenza ingiustificata presso l’attuale posto di lavoro, l’Asl 2 di Treviso.