Ancora terrore nel cuore di Parigi, sugli Champs Elysees, dove pochi minuti prima delle 21 di giovedì c’è stata una sparatoria che si è conclusa con la morte di un agente di polizia e la successiva uccisione del criminale che aveva sparato numerosi colpi di kalashnikov. La morte di un secondo agente è stata smentita dal Ministero degli interni francese. Altri due agenti sono stati feriti e le loro condizioni sono preoccupanti. Ci sarebbero altri feriti non gravi tra le forze dell’ordine. Anche una passante è stata ferita in modo non grave.
Il poliziotto ucciso giovedì sera è stato colpito dal terrorista Karim Cheurfi con due colpi di kalashnikov alla testa. Lo ha detto, oggi, il procuratore della Repubblica, Francois Molins, aggiungendo che l’attentatore “era recidivo, ma non radicalizzato” e che “dal 15 gennaio al 14 febbraio è stato in Algeria”. Cheurfi aveva motivato questo viaggio alla polizia “con l’intenzione di sposarsi”.
Gli Champs Elysees ieri sera, dopo il fatto, sono stati evacuati e diversi elicotteri hanno volteggiato sulla zona subito presidiata da decine di pattuglie. L’attacco, a colpi di kalashnikov, è avvenuto davanti a uno negozio di “Marks & Spencer”, grande magazzino britannico. Il Primo Ministro Bernard Cazeneuve ha raggiunto il presidente della Repubblica Francois Hollande all’Eliseo, dove è stata convocata una riunione d’emergenza.
“È stato un attentato terroristico”, ha confermato il presidente Hollande in tarda serata. E poco dopo è arrivata la rivendicazione dell’Isis. Il killer sarebbe stato identificato e riconosciuto come “soggetto radicalizzato”, noto ai servizi segreti: la sua identità però non è stata resa nota. Sarebbe già stata perquisita la sua abitazione.
Si conosce solo il nome. Secondo Le Parisien, il libretto di circolazione trovato nell’Audi da cui è sceso l’attentatore è intestato a Karim Cheurfi, 39 anni. Secondo l’emittente BFM-TV, l’uomo, nato a Livry-Gargan, in Seine-Saint-Denis, nella banlieue nord di Parigi, già nel 2001 aprì il fuoco su un agente, ferendolo gravemente. L’uomo venne condannato a 20 anni di carcere, ma poi rilasciato a febbraio. Era schedato con la lettera S che indica gli individui radicalizzati a rischio.
Intanto tre membri della famiglia di Cheurfi sono stati sono stati fermati e interrogati dalla polizia francese. Diverse armi sono state ritrovate nell’Audi 4 del terrorista ucciso dopo la sparatoria: un fucile a pompa e delle armi bianche, tra cui un coltello da cucina.
Il belga segnalato dalle autorità di Bruxelles a Parigi e presentatotosi spontaneamente al commissariato di polizia di Anversa, secondo quanto dichiarato dal portavoce del ministero degli Interni, Pierre-Henry Brandet, ha un alibi di ferro e sarebbe quindi estraneo ai fatti. Le indagini sono state affidate alla procura antiterrorismo.
La ricostruzione dei fatti non è ancora del tutto chiara perchè le testimonianze raccolte sono piuttosto discordanti. Sembra che a sparare sia stato un solo uomo, arrivato in zona con un’automobile, il quale avrebbe sparato in direzione di un furgone della polizia fermo sulla carreggiata. Difficile ancora stabilire l’eventuale presenza di complici. I cecchini si sono posizionati sui tetti per cercare di individuare eventuali complici dell’attentatore. Non si esclude che ci sia un complice in fuga.
“L’obiettivo dell’attacco era la polizia”, ha detto il portavoce del ministero dell’Interno, Pierre Henry-Brandet. In questi minuti arrivano inoltre i messaggi di solidarietà dei candidati alle prossime elezioni presidenziali: stasera era in corso infatti l’ultimo dibattito televisivo prima del primo turno di votazioni previsto per domenica 23 aprile.
Foto da Twitter.