Si aggiorna a 94 unità il bilancio dei morti provocati dalla “superbomba” Moab, usata per la prima volta in combattimento dagli Stati Uniti per colpire un complesso di tunnel delle milizie dell’Isis in Afghanistan.
A renderlo noto sono fonti governative afghane, che hanno escluso la presenza di morti civili nell’attacco, il cui bilancio iniziale ieri era stato di 82 morti. Secondo l’ufficio stampa del governo provinciale, fra le vittime vi sarebbero anche quattro comandanti dell’organizzazione: i loro nomi sarebbero Hamza Abubakar, Hamid, Muhammad Ibrani e Walaykin, fratello di Hazeez Saeed.
Proprio ieri l’Isis, tramite l’agenzia Amaq, aveva seccamente smentito l’ipotesi di morti fra le proprie fila a Nangharar per mano della ‘Massive ordnance air blast’, che pesa quasi 10 tonnellate e ha la forza di distruggere tutto nel raggio di centinaia di metri.
Il califfato però oggi farebbe i conti con un’altra perdita di spessore: secondo il Times Gummurod Khalimov, numero due di Al Baghdadi e considerato il ministro della Guerra del califfato, sarebbe stato ucciso in un raid delle forze lealiste a Mosul, in Iraq. Khalimov era un ex colonnello delle forze speciali del Tagikistan e cecchino, era stato anche addestrato dagli Stati Uniti.