Sarri il romantico. Il tecnico del Napoli parla in conferenza stampa della sfida di campionato contro l’Udinese, ma anche del passaggio di proprietà del Milan, spingendosi in una riflessione sui progetti dello stesso club partenopeo e di Aurelio De Laurentiis.
E il closing rossonero non sembra piacere molto a Sarri: “A me piacciono le storie di sentimenti, di famiglie innamorate della propria squadra come i Sensi e i Moratti. Era una epoca diversa ora l’evoluzione è rappresentata dai grandi investitori stranieri. Io credo ancora che sia possibile vincere con poesia e che con organizzazione e lavoro si possa colmare il gap con chi ha più risorse”.
Lo stesso Sarri però (guardando al Milan) analizza la situazione del Napoli e le sue prospettive: “Possiamo crescere tutti: lo staff, i calciatori e la società perché i punti si fanno in campo ma spesso anche fuori. De Laurentiis ha preso il Napoli in C e lo ha portato in Europa con un bilancio sano, quindi qualcosa di buono ha fatto ma io sono il primo a sapere che questo popolo ha bisogno di vincere. Siamo a un punto nel quale o vinciamo o torniamo indietro”.
La stagione in corso, però, va considerata più che positivamente: “Stiamo facendo un percorso e non ci manca un ca… rispetto ai programmmi. Se ci si paragona ai top club del mondo allora sì che ci manca qualcosa. Negli ultimi mesi il nostro percorso è quello della Roma è stato molto simile, loro hanno qualche punto in più e quindi noi non possiamo sbagliare nulla. Veniamo da un periodo in cui abbiamo speso tanto a livello di energie nervose: dobbiamo giocare con la testa perché quella con l’Udinese è una gara pericolosa”.
E il futuro? “Ci sono 7-8 giocatori che sono il simbolo di questo ciclo, mi auguro restino tutti. A me un domani piacerebbe un’esperienza all’estero. Sarrismo? Solo mode del momento: Sacchi ha stravolto il modo di pensare calcio in Italia ed in Europa. Noi allenatori di oggi non possiamo paragonarci”.