“Il reddito di inclusione per due milioni di persone è un impegno per la dignità e la libertà dal bisogno”. Questo l’annuncio del premier Paolo Gentiloni dopo la firma del Memorandum d’intesa sul Reddito di inclusione a Palazzo Chigi. “Questa sala ci dice che governo e Alleanza contro la povertà, un arcipelago molto vasto di forze sociali e sindacali, sono insieme per un impegno rilevante e si ripromettono di lavorare insieme”.
“Oggi è un primo risultato ma è la prima volta che l’Italia si dota di uno strumento universale”, prosegue Gentiloni che ha annunciato anche che i decreti legislativi della legge delega “arriveranno entro fine mese”. “La crisi che abbiamo attraversato, la più grave dal dopo-guerra, ci ha lasciato un incremento della povertà, ci sono 1,5 milioni di famiglie povere“, aggiunge il premier.
Chi governa “deve riconoscere il problema e tra i meriti dell’Alleanza c’è il merito di aver alimentato un atteggiamento esigente verso questo problema”. Soddisfatto anche il ministro del Lavoro Giuliano Poletti: “Con il Reddito di inclusione che partirà a breve non ci si limiterà a dare un sostegno economico alle famiglie in condizione di povertà ma si prenderanno un carico questi nuclei con l’obiettivo dell’uscita da questa condizione guardando anche al lavoro e all’insieme dei servizi sociali”.
“Il trasferimento monetario è semplice, ma è più complesso costruire un percorso per queste famiglie che faticano a uscire da questa condizione – conclude – Ringrazio il governo Letta e il suo predecessore (Giovannini, ndr) che ha fatto sì che fosse costruito il Sia, il Sostegno per l’inclusione attiva che se pur sperimentale è stata la prima forma di misura contro la povertà”.