“L’Italia ha importato dalla Romania il 40% dei loro criminali. Mentre la Romania sta importando dall’Italia le nostre imprese e i nostri capitali. Che affare questa UE!“. A scriverlo non è Matteo Salvini e nemmeno un attivista di Casa Pound, ma il vicepresidente della Camera e leader grillino Luigi Di Maio.
Davvero troppo per la rete e per i tanti utenti di Facebook che hanno preso di mira il post incriminato del politico partenopeo. “Siccome in Italia la politica non ha mai voluto far funzionare la giustizia, anzi molto spesso l’ha sabotata volutamente, noi stiamo attraendo delinquenti, mentre le nostre imprese scappano dove i sistemi giudiziari sono più efficienti: come in Romania! – ha accusato Di Maio – Vi chiedo di ascoltare questi due minuti del Procuratore aggiunto di Messina Sebastiano Ardita per capire cosa hanno creato in Italia 20 anni di partitocrazia degli amici degli amici. Basta non votarli più per far cambiare le cose”.
Immediata e durissima la protesta dell’ambasciatore romeno George Gabriel Bologan, che, in una lettera a La Stampa, sottolinea: “Sosteneva John Austin che ‘pronunciare una frase significa svolgere un’azione che può distruggere o edificare’. E le parole, anche se in un certo contesto, possono offendere senza che questo sia il fine voluto. La comunità romena è ben integrata nel tessuto sociale italiano. Al di là della dialettica politica interna che non mi riguarda, credo che i messaggi positivi possano dare di più. Il dialogo e la conoscenza aiutano tanto”.
Fa rumore anche la condanna di Gianni Pittella, presidente del Gruppo Socialisti e Democratici al Parlamento europeo: “Di Maio, che idiozia! Ma come può un esponente di spicco del M5S e vicepresidente della Camera lasciarsi andare a idiozie del genere sul conto di un intero popolo, quello rumeno, che tanto ha dato in termini umani, sociali ed economici all’Italia. Non si tratta di razzismo ma ahimé di becera ignoranza. Torna a studiare Di Maio. Risparmiaci il tuo quotidiano festival delle idiozie”.