Corruzione, falso, peculato e abuso di ufficio sono le accuse dalle quali si dovranno difendere il presidente della Sacal, la società di gestione dell’Aeroporto internazionale di Lamezia Terme, Massimo Colosimo, il direttore generale Pierluigi Mancuso e la responsabile dell’Ufficio legale Ester Michienzi.
I tre sono finiti agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta sulla gestione dello scalo, condotta dalla Procura della città calabrese.
Si tratta di un vero e proprio terremoto giudiziario il blitz che è avvenuto questa mattina. Le indagini della Guardia di Finanza e della polizia di frontiera hanno portato all’applicazione di altre misure interdittive per un totale di 12 membri del Consiglio d’amministrazione della Sacal, inclusi pubblici ufficiali.
L’operazione, denominata ‘Eumenidi’, è condotta dai finanzieri dei Gruppo di Lamezia, nel catanzarese, insieme agli agenti della polizia di frontiera dislocati presso lo scalo calabrese, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica.
Quaranta le perquisizioni effettuate. Coinvolte nell’indagine anche persone di vertice delle istituzioni, degli uffici pubblici e dell’imprenditoria locale. Sotto osservazione gli appalti, le assunzioni e la gestione dei fondi pubblici che erano stati affidati alla Sacal.
Adesso trema l’intero sistema di trasporto della Calabria, visto che Sacal, dallo scorso febbraio, aveva preso in gestione anche gli scali di Reggio Calabria e Crotone.
La Commissione europea aveva tra l’altro dato il via libera al finanziamento di 50 milioni di euro per la costruzione della nuova aerostazione di Lamezia Terme, che ogni anno si occupa di circa 2 milioni e mezzo di viaggiatori come principale scalo della Calabria.