Terremoto all’Agenzia delle Entrate di Genova. Il direttore provinciale, Walter Pardini, è stato arrestato questa mattina dalla Guardia di finanza. L’arresto del funzionario, che è accusato di corruzione, è avvenuto in flagranza di reato. L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati. Sono state effettuate perquisizioni nel suo ufficio in via Fiume.
Secondo gli investigatori non sarebbe stata la prima volta che Pardini intascava tangenti. L’inchiesta della Guardia di finanza è coordinata dal procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati e dal sostituto procuratore Massimo Terrile. Nell’inchiesta sono state arrestate altre tre persone, rappresentanti di una società di logistica di Napoli, la Securpol, che aveva in corso una transazione da 20 milioni di euro con il Fisco per debiti accumulati negli anni.
La sede dell’azienda è stata trasferita in Liguria. I tre, due commercialisti e un avvocato, Luigi Pelella, Massimo Alfano e Francesco Canzano, tutti campani, stavano consegnando una busta al direttore Pardini con 7.500 euro a Recco, nel famoso ristorante “Da Manuelina“. I quattro hanno prima cenato e al termine del pasto c’è stata la consegna della busta.
Dalle prime risultanze, sembra che le indagini siano partite dopo il trasferimento della sede della società da Napoli a Genova senza alcun apparente motivo. L’azienda aveva un contenzioso fiscale con le Entrate in Campania e, secondo gli investigatori, il cambio di sede sarebbe legato alle promesse ottenute da Pardini per un suo intervento sulla pratica in cambio di soldi.
“La Direzione regionale della Liguria dell’Agenzia delle Entrate ringrazia e offre la massima collaborazione all’Autorità giudiziaria per far piena luce sulla vicenda che ha portato all’arresto del direttore della Direzione Provinciale di Genova, nell’ambito di un’inchiesta per reato di corruzione”, si legge in una nota spiegando che l’Agenzia ha “immediatamente adottato la sospensione cautelare dal servizio di Walter Pardini.
Si resta quindi in attesa del provvedimento dell’autorità giudiziaria “a seguito del quale verranno assunte tutte le misure disciplinari, contrattuali e risarcitorie per tutelare l’istituzione e la dignità dei propri dipendenti che operano onestamente e scrupolosamente”.
“L’Agenzia delle Entrate condanna con risolutezza i comportamenti disonesti, dinanzi al quale adotta con fermezza e celerita’ sanzioni disciplinari espulsive, e da anni orienta i propri sistemi di controllo interno nell’individuazione e prevenzione di ogni possibile abuso con particolare riferimento ai potenziali comportamenti fraudolenti”, conclude la nota.
