Nel 2015 l’aspettativa di vita per gli italiani è diminuita: più bassa di 0,2 anni negli uomini e di 0,4 anni nelle donne rispetto al 2014, attestandosi, rispettivamente, a 80,1 anni e a 84,6 anni.
I dati sono stati diffusi dal Rapporto Osservasalute 2016, presentato oggi. Nel dossier si legge che “la distanza della durata media della vita di donne e uomini si sta sempre più riducendo anche se, comunque, è ancora fortemente a favore delle donne (+4,5 anni nel 2015 contro +4,9 anni nel 2011)”.
Ma cosa incide? Gli stili di vita errati, sono sempre tanti infatti i chili di troppo ed aumentano i bevitori di alcolici.
Nel 2015, più di un terzo della popolazione adulta è risultata in sovrappeso, mentre poco più di una persona su dieci è obesa (9,8% vs 10,2% del 2014); complessivamente, il 45.1% (46,4% nel 2014) dei soggetti oltre i 18 anni è in eccesso di peso, specie nelle regioni del Sud. I bambini e adolescenti di 6-17 anni in sovrappeso o obesi sono il 24,9%, con prevalenza nei contesti svantaggiati.
Rimane quasi stabile la quota di italiani che praticano sport: il 33,3%, pari a 19,6 mln, mentre i sedentari sono 23,5 mln, pari al 39,9%.
Si riduce la percentuale dei non consumatori di alcol, pari al 34,8% (nel 2014 era il 35,6%) e aumentano le donne consumatrici a rischio. La prevalenza dei consumatori a rischio, nel 2015, è pari al 23% per gli uomini e al 9,0% per le donne (nel 2014 erano l’8,2%).
Aumentano i fumatori: sono 10 milioni e 300 mila: 6,2 mln uomini e 4,1 mln donne. Si tratta del 19,6% della popolazione di 14 anni ed oltre. Il vizio è duro a morire tra i giovani: le fasce di età più critiche sia per gli uomini che per le donne sono quella tra i 20-24 e 25-34 anni.
Cresce il consumo di antidepressivi: pari a 39,60 Dosi Definite Giornaliere per 1.000 abitanti. Secondo il rapporto, questo aumento “può essere attribuibile a diversi fattori tra i quali, ad esempio, l’arricchimento della classe farmacologica di nuovi principi attivi utilizzati anche per il controllo di disturbi psichiatrici non strettamente depressivi (come i disturbi di ansia) e la riduzione della stigmatizzazione delle problematiche depressive”.