Tragedia nella domenica delle Palme in Egitto. Due bombe sono esplose in altrettante chiese in due località diverse: la prima nella città egiziana di Tanta, a nord de Il Cairo, la seconda ad Alessandria. Al momento le vittime sono 45: 27 persone sono morte a Tanta e 18 ad Alessandria. Decine le persone rimaste ferite. Il duplice attentato, che è stato rivendicato dall’Isis, arriva a 19 giorni dalla visita del Pontefice proprio in terra egiziana.
In entrambi i luoghi di culto si stava celebrando la Domenica delle Palme.
La polizia ha arrestato due persone sospettate di essere coinvolte nell’attentato. Le forze di sicurezza hanno formato un cordone attorno alla chiesa copta Mar Girgis, a Tanta, vicino alla quale è avvenuta l’esplosione. Al momento dello scoppio, nella struttura erano presenti circa duemila persone. L’edificio si trova nella zona Ali Moubarak.
Una fonte della sicurezza egiziana ha detto che l’esplosione è stata provocata da un ordigno esploso all’interno della chiesa. I cristiani copti costituiscono circa il 10% degli 85 milioni di popolazione egiziana.
Le forze di sicurezza egiziane hanno disinnescato poi due ordigni esplosivi alla moschea Sidi Abdel Rahim di Tanta. La moschea è ritenuta la seconda per importanza della località.
A provocare l’esplosione nella chiesa alessandrina di San Marco è stato invece un kamikaze. Il comandate delle forze di sicurezza è stato ucciso tentando di fermare l’attentatore, che si aggirava con fare sospetto sul sagrato della chiesa. Sono almeno 66 i feriti.
Il papa copto Tawadris aveva celebrato messa nella Chiesa di San Marco ad Alessandria poco prima dell’esplosione.
Appena saputo della tragedia, il Papa ha affidato al Cristo Crocifisso le vittime “anche dell’attentato compiuto purtroppo al Cairo in una chiesa copta”.
Papa Francesco ha poi aggiunto: “Al mio fratello papa Tawadros II” “e a tutta la nazione egiziana – ha detto – esprimo il mio profondo cordoglio, sono vicino ai familiari e alla comunità, il Signore converta i cuori delle persone che seminano terrore, violenza e morte, e anche il cuore di quelli che fanno e trafficano le armi”. Subito prima il Papa aveva affidato al “Cristo crocifisso” le vittime dell’attentato a Stoccolma.
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