Greg Van Avermaet ha vinto allo sprint l’edizione 2017 della Parigi – Roubaix, la regina delle classiche, davanti a Zdenek Stybar e Steven Langeveld. Dopo il successo alla Het Nieuwsblaad, al GP Harelbeke, alla Gand Wevelgem e il secondo posto al Fiandre, un altro trionfo per il campione olimpico (il primo in una classica monumento), che supera peripezie di ogni tipo, ritorna in gruppo, rischia di gettare alle ortiche la corsa facendo rientrare i due inseguitori, ma alla fine vince in rimonta negli ultimi metri.
Il monsieur Roubaix rimane Roger de Vlaeminck, ma Tom Boonen (4 edizioni vinte come il suo connazionale) saluta il ciclismo da vero campione, con una gara generosa e gli applausi sul traguardo del velodromo. Con lui taglia la linea d’arrivo Peter Sagan, altrettanto generoso e battagliero nei settori di pavè quanto sfortunato a causa di diverse forature lungo il tracciato.
L’Italia si consola con la prova positiva di Gianni Moscon e Daniel Oss: il 22enne della Sky corre una gara sontuosa, libero da responsabilità verso il capitano Stannard e chiude quinto, mentre l’italiano della BMC corre a lungo una gara di testa, fornendo prezioso appoggio a Van Avermaet sia in chiave tattica sia tirando nel finale per il proprio capitano.
Il più penalizzato da un avvio di corsa segnato dal ritmo alto e le tante cadute è proprio Van Avermaet, che a oltre 100 km dall’arrivo, finisce nelle retrovie del gruppo per un problema al manubrio e poi fora nell’ultimo settore prima della foresta di Harenberg. Boonen (all’ultima gara della carriera) non si lascia scappare l’occasione ed entra in azione coadiuvato dalle squadre di Sagan e Kristoff, frazionando il gruppo: come al Fiandre, è corsa dura già a 100 km dal traguardo.
Ma come sempre è Harenberg il primo vero banco di prova della Roubaix: è volata in gruppo per approcciare la foresta nelle prime posizioni. Tony Martin cerca di tenere bassa l’andatura e allora Boonen mette Trentin a tirare con Sagan subito a ruota: a farne le spese è proprio Kristoff costretto a spendere energie preziose per rientrare, così come Van Avermaet.
A 79 km dall’arrivo, arriva la accelerazione della Trek che screma nuovamente il gruppo e si porta definitivamente in testa alla corsa: a rimanere indietro è Tom Boonen, mentre davanti ci sono Sagan, Van Avermaet e Degenkolb. All’uscita di uno dei settori più lunghi, però, Sagan guadagna un paio di metri… e all’improvviso parte!
I big si fanno sorprendere e il campione del mondo guadagna subito circa 20 secondi: lla sua ruota si trovano il compagno di squadra Bodnar, l’italiano Daniel Oss (che tira nonostante la presenza del capitano Van Avermaet alle sue spalle) e Stuyven (luogotenente di Degenkolb), mentre nel gruppo sono Sky e Quick Step a tirare.
Mancano 16 settori alla fine è Sagan sembra pronto a salutare la compagnia e andare via in solitaria… ma sulla banchina Sagan incappa nella foratura: interventi del cambio ruote e il campione del mondo che rimane nella terra di nessuno tra il plotone lanciato all’inseguimento e la testa, dove rimangono Stuyven e Daniel Oss.
Stuyven e Oss sono ancora in testa con 30 secondi di vantaggio sul gruppo, rallentato da una serie di schermaglie e nessuna squadra con il numero di uomini necessario per impostare il ritmo (Trek e BMC, invece, tutelano l’attacco dei propri uomini). In mezzo rimane un terzetto in cui si trova anche l’italiano Gianni Moscon.
A 53 km dall’arrivo, alle spalle di Oss e Stuyven, Martin accelera ancora e viene inseguito da Van Avermaet, il tutto prima di Mons en Pevele: Stybar attacca con Degenkolb a ruota, Sagan cerca di rientrare e contrattaccare, ma sul campione del mondo piomba improvvisamente Tom Boonen e stavolta il divario sulla testa della corsa si riduce sensibilmente.
Moscon e i compagni di contrattacco rientrano sulla testa, ma il gruppo incombe alle loro spalle, trainato da un Boonen scatenato che a 41 km dall’arrivo riesce a completare il ricongiungimento, ma Daniel Oss continua ad attaccare rimanendo solo in testa con una ventina di secondi vantaggio. A 31 km dall’arrivo Sagan è costretto nuovamente a cambiare la ruota posteriore, viene ripreso da Boonen (ora a 1 minto dalla testa).
A Bourghelles, Daniel Oss viene richiamato all’ordine: il trentino viene ripreso dal gruppo e chiamato a tirare per Van Avermaet, tenendo lontani gli altri big rimasti staccati in attesa del Carrefour de l’Arbre: il capitano della BMC lo approccia in testa e parte in progressione, Stybar lo marca stretto (ma non tira, lasciando ancora una speranza a Boonen), Moscon e Stuyven si staccano. L’unico a collaborare in testa con Van Avermaet è Langeveld (Cannodale – Drapac).
Le vere fatiche ormai sono terminate, la corsa si avvicina al velodromo di Roubaix: Stybar a 4 km dall’arrivo prova lo scatto, ma Van Avermaet non si fa sorprendere. La corsa si decide allo sprint nel velodormo: tutti e tre sono alla balaustra, si studiano si fanno riprendere da Stuyven e Moscon, che prova ad anticipare tutti; Stybar guadagna un paio di bici di margine, ma negli ultimi 20 metri la rimonta e il trionfo del belga. Poi applausi a Boonen per una carriera inimitabile.